Mauro BIANI
'il manifesto', 19 gennaio 2014
Senza nulla togliere all'intuito e alla bravura di Mauro Biani (che considero uno dei migliori 'vignettisti' in circolazione), mi permetto di dire che non era poi tanto difficile: già nel gennaio 2014 (quasi due anni fa...) bastava avere occhi e si sarebbe visto il 'quadro' che ancora oggi troppi faticano a vedere.
Ora però dovrebbe riuscire pressoché impossibile, osservando questo originale ritratto di Dorian Gray, non cogliere, come sovrapposti all'immagine, alcuni fatti precisi di questi due anni che danno ancora più ragione al quadro.
Solo per citarne alcuni: l'abolizione dell'Imu per i redditi massimi, l'abolizione dell'art. 18, la proposta di riforma costituzionale (simile a quella berlusconiana, già bocciata dai cittadini nel 2006), le varie regalie per segmenti particolari di popolazione elettoralmente utile, e, ultima di questi giorni, la disponibilità a realizzare il Ponte sullo Stretto di Messina, con relativo furto conclamato di copyright al maestro ispiratore.
Ma lo so, il punto è che per vedere, occorre voler vedere. E qualche volta disilludersi. O accettare le delusioni.
Oppure decidere che va bene così.
E allora però si plauda, senza ipocrisia, alla felice 'corrispondenza di amorosi sensi'.
Così finalmente ci saremo liberati del famoso timore di Giorgio Gaber (che rese celebre un'espressione del più sconosciuto Giampiero Alloisio) quando disse: "Io non temo Berlusconi in sé, temo Berlusconi in me" (vedi qui).
Altro che paura: ci siamo riusciti.
Allegria!
*** Massimo Ferrario, Loro due, e Dorian Gray, per Mixtura
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