Tra i primi concetti che la Psicologia del Lavoro insegna nelle aule di Formazione manageriale troviamo quello di "consapevolezza del ruolo professionale".
Tradotto, significa rendersi conto prima di tutto dei comportamenti e degli atteggiamenti richiesti dal ruolo.
Tradotto, significa rendersi conto prima di tutto dei comportamenti e degli atteggiamenti richiesti dal ruolo.
Un arbitro in campo, ad esempio, deve essere molto consapevole dell'atteggiamento di imparzialità richiesto dal suo ruolo, così come da un responsabile aziendale ci si aspetta che sia consapevole delle responsabilità legate al suo modo di comportarsi.
Scritto questo, mi sfugge il motivo per cui un Presidente del Consiglio, il cui ruolo istituzionale deve limitarsi a garantire in modo imparziale il funzionamento dei meccanismi democratici, faccia campagne a favore del SI' in un referendum popolare.
L'inconsapevolezza del ruolo è tra le maggiori e più pericolose carenze professionali.
*** Stefano GRECO, consulente, formatore, saggista, 'facebook', 27 settembre 2016, qui
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Caro Stefano, il punto non è solo che il presidente del consiglio fa campagna per una scelta di parte nel referendum popolare sulla Costituzione.
Il punto vero è che un presidente del consiglio abbia proposto/imposto, con il beneplacito/mandato vincolante di un presidente della Repubblica per la prima volta nella storia rieletto, una riforma costituzionale approntata dal governo e che nessuno si sia opposto in questi due anni (e che anzi qualcuno, prima di sganciarsi, abbia a lungo giocato all'inciucio)
Ciò che sta accadendo oggi (compreso il quesito referendario che tende all'ingannevole) è semplicemente frutto del fatto che l'attuale variegata aggregazione che si ritrova nel No referendario non ha fatto, a suo tempo, quando era in tempo, il suo mestiere di opposizione: mostrando dunque un'allarmante assenza di "consapevolezza del ruolo".
Peraltro, la 'consapevolezza di ruolo di parlamentare' avrebbe dovuto suggerire a tutti, parlamentari e vertici istituzionali, di non dar corso, né da parte del governo né da parte del Parlamento, ad alcuna riforma di tal peso (47 articoli della Costituzione da rottamare), essendo stato dichiarato il Parlamento illegittimo dalla Consulta.
Logica e sensibilità istituzional-democratica avrebbero dovuto suggerire una immediata nuova legge elettorale, in linea con quanto sancito dalla Consulta, e l'immediato ricorso al voto dei cittadini per un nuovo Parlamento pienamente legittimato.
Ma tant'è: non c'è più da meravigliarsi di nulla.
E, con la perdita dei 'paletti' fondamentali logico-concettuali, abbiamo finito le parole: perché le parole non parlano più a chi ha perso la 'consapevolezza delle distinzioni di base'.
*** Massimo Ferrario, commento a Stefano Greco, 'facebook', 27 settembre 2016
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Caro Massimo il tuo commento è il perfetto completamento ma arricchimento della mia riflessione iniziale.
Abbiamo veramente finito le parole o come canterebbe Ligabue, "Ho perso le parole" :-) un abbraccio
Abbiamo veramente finito le parole o come canterebbe Ligabue, "Ho perso le parole" :-) un abbraccio
*** Stefano GRECO, risposta a Massimo Ferrario, 'facebook', 27 settembre 2016
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