La psicologia trova molto gradevole questo espediente concettuale della Grande Madre e di suo Figlio, per cui ogni mutamento psichico è visto come sviluppo e ogni processo come segno di 'crescita'. Questa filosofia ci fa tornare tutti bambini e, per quanto l'infanzia sia per i cristiani e per i romantici una condizione privilegiata, la filosofia o la fantasia della crescita rende però la psicologia maternamente materialistica e infantile. La nozione di crescita costituisce in effetti un corretto punto di vista e una metafora necessaria per quel che riguarda l'infanzia, ma in un adulto crescita significa anche eccesso, sovrappeso, sovrappopolazione, cancro, escalation, ipercapacità distruttiva nucleare. E' così che il concetto di crescita è divenuto la sciocca metapsicologia di un uomo pingue in una cultura in declino.
*** James HILLMAN, 1926-2011, psicologo, psicoanalista, filosofo statunitense, fondatore della psicologica archetipica, Trame perdute, 1975, Raffaello Cortina, 1985
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