(dal web, via linkedin)
Uno legge e dice: ma è buon senso.
Vero.
" E' " buon senso.
Però manca.
Come ieri. Più di ieri.
Con una differenza: ieri se ne 'combatteva' la mancanza (anche) con la formazione.
Oggi si crede di combatterla con l'informazione spacciata per formazione: due ore, 60 slide e si registra 'fatto' in agenda.
Poi ci si bea di aver fatto formazione.
Li chiamano ancora corsi.
Seminari.
Qualcuno ha il coraggio impudente di scomodare il termine master.
Ma sono 'sveltine'.
E i 'professionisti' della formazione?
Colludono con i committenti.
E se loro in prima persona non colludono, lasciano che l'ambiente lo faccia.
Non prendono posizione.
A parte alcune mosche bianche: naturalmente segnate a dito e guardate con diffidenza.
Nei convegni, le mosche nere, intossicano i loro interventi (speech, mi correggo: mi era scappato l'italiano) di retorica, aria fritta, effetti speciali. Dicono che, loro, sono 'positivi'. E che il mondo ha bisogno di 'positività'.
E guai se uno, provocando, disturba le magnifiche e progressive sorti della fuffa che avanza.
E poi credono ancora nella frottola (perversa e pervertente) che il cliente ha sempre ragione: lui (si consolano) lo vuole e loro glielo danno.
E questa frottola, naturalmente, continuano pure a insegnarla.
*** Massimo Ferrario, per Mixtura
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