E tu?
Entrando in case d’ogni sorta
nelle grigie
e nelle azzurre,
salendo per ripide scale,
in stanze inondate di luce,
porgendo l’orecchio agli accordi dei tasti
e rispondendo a tono alle domande,
dimmi:
che impronta vi lasci?
Un’impronta di quelle
che vengono deterse dal parquet,
di quelle che si guardano di sbieco,
oppure
una solida impronta invisibile,
che rimane nel cuore per molti anni?
*** Leonid MARTYNOV, 1905-1980, poeta russo, L'Impronta, da Nuovi poeti sovietici, Einaudi, 1961, traduzione di Angelo Maria Ripellino, in 'il canto delle sirene', 2 febbraio 2021, qui
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