Solo un cretino potrebbe contestare il sapere di un protagonista globale dell'economia come Mario Draghi: quando l'eccellenza è un dato oggettivo si ammette e basta.
E questo non è lecchinaggio.
Certo: a patto che non si vada oltre. La salivazione imbarazzante, per chi sbava e per chi è oggetto di adulazione, comincia quando si santifica un essere umano fino a divinizzarlo. 'Af-fidandocisi'.
Io mi 'fido' di me stesso, ma neppure a me stesso mi 'af-fiderei'.
Men che meno mi affiderei a un altro: anche fosse il nuovo Gesù in formato drago.
Quindi, reso l'onore delle armi a chi per competenza può competere con pochi, resta un punto: per nulla banale.
Come viene usata la competenza?
Perché sembra si dimentichi un punto cruciale. Anzi, 'il', punto cruciale: le scelte, in politica, sono politiche e niente è dato e prodotto in modo neutro.
Il sapere, per quanto solido e profondo, può essere usato in mille modi: per mille fini diversi e a vantaggio di mille interessi diversi.
Dunque è legittimo chiedersi a chi serva e a cosa serva il 'tutti dentro' che fa venire l'orgasmo a chi auspica il governo di 'salvezza nazionale'. Perché se tutti possono essere giustamente accomunati dal fine della salvezza, il modo in cui dovrebbe avvenire questa salvezza (peraltro messa in forse da parte degli stessi che hanno creato le condizioni per essere salvati e che ora dovrebbero concorrere a salvarci) varia.
Non c'entra l''ideologia': parola che vuole sempre lordare chi ancora tenta di ispirarsi, etimologicamente, a un 'sistema di idee e valori' che sia bussola e orizzonte per agire.
C'entra una legittima e augurabile 'Weltanschauung': che si spera non smarrita e che dovrebbe fare da base a come si vuole declinare il futuro. Cioè: quali interessi si vogliono premiare o penalizzare, a quali bisogni e a quali classi sociali ci si vuole prevalentemente riferire.
Anche il Recovery Plan, ad esempio.
Ovvio l'applauso alla montagna di soldi che ora ci possono arrivare.
Tra parentesi, un'eventualità resa possibile grazie a un faticoso negoziato con l'Europa (ma qualcuno, a dire il vero, giurava su fantasiosi prestiti che gli italiani da soli avrebbero potuto raccogliere per se stessi, senza aiuti esterni): un'operazione di alta mediazione internazionale condotta da un presidente del consiglio oggi scaricato con un colpo di mano degno di un gangster.
Ma finito l'applauso, adesso è urgente decidere 'dove' e 'come' allocare prestiti e fondi. E queste sono scelte.
Politiche, appunto, e non tecniche.
Domando: una 'ammucchiata' da M5S a Lega, passando per Forza Italia (con il suo fondatore condannato in giudicato per frode fiscale), Pd, centri e centrini più o meno responsabili, il pokerista di ItaliaViva (principale autore del bisogno di salvezza nazionale per il quale sta accadendo tutto ciò che sta accadendo) e quel po' di residuale 'para-sinistra' non ancora del tutto suicidatasi, sono lo strumento migliore per realizzare questo piano?
Se si risponde di no alla domanda che a me pare retorica, anche la formazione del governo, oggi data per fatta dagli osservatori, abili soprattutto nel vedere i propri 'wishful thinking', non è per nulla scontata. E ancor meno va data per scontata la possibile efficacia di un esecutivo così ampio e tanto contraddittoriamente composito. Si potrebbe scoprire che persino i Draghi hanno dei limiti.
*** Massimo Ferrario, Persino i Draghi hanno dei limiti, facebook, 5 febbraio 2021, qui
Mario Draghi, caricatura di Canevassa, qui
In Mixtura ark #Spilli di M. Ferrario qui
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