mercoledì 3 febbraio 2021

#SENZA_TAGLI / Questa pandemia (Anna Mallamo)

Ieri pensavo a una cosa che è accaduta l'anno scorso. Non una cosa importante, una sciocchezza. Mentre cercavo di localizzarla, lì nel magazzino degli anni trascorsi, mi sono accorta che l'anno scorso occupava pochissimo spazio. Aveva proprio un volume ridotto. Lo so, l'anno scorso non ho viaggiato, non ho conosciuto nessuno di nuovo, non ho fatto quelle due tre cose che faccio ogni anno (un viaggetto sciuè sciuè, un pellegrinaggio a Roma, il festival di Vibo, un paio di raduni-riunioni-presentazioni-bisbocce e spettacolini d'arte umana varia), ma quello che mancava soprattutto non erano queste piccole ma definite cose: mancava tutto un tessuto connettivo di piccoli incontri, mattinate in palestra, passeggiate impreviste, nottate di tango, colazioni, appuntamenti dell'ultimo minuto, agnizioni e rivelazioni di cose tipo l'acqua calda ma va bene uguale. Mancava quel collante, quella continuità d'oscillazione dentro-fuori. 

E l'anno aveva perso peso, s'era ristretto. Pure se io me lo ricordo sconfinato, disteso su divani lunghi chilometri, nel mio corridoio che erano almeno trecento, ottocento metri, e il terrazzo che s'era allargato all'ultima linea dell'orizzonte, più o meno a Scilla, forse sulla spiaggia di Vulcano. 

Questa pandemia, questo confinamento hanno alterato i rapporti di volume, peso e misura delle cose. Hanno cambiato il peso specifico della memoria. E quello che pensavo fosse acqua è sabbia, e viceversa; e il cellophane è alluminio, e la spuma delle nuvole forse crema, al pistacchio.

*** Anna MALLAMO, facebook, 30 gennaio 2021, qui


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