Un tempo era considerata una scelta ambiziosa e per pochi. Ora che imperversa la moda (e la necessità) di diventare “Imprenditori di se stessi”, si spaccia la convinzione che chiunque abbia una buona idea, passione e predisposizione al sacrificio possa farcela.
In realtà con solamente questi tre fattori chiudi dopo un anno, con tanti debiti.
Perché sono cambiate le regole del gioco. Le buone idee di trovano ovunque, la passione non può essere l’unica forma di “benzina” e il duro lavoro significa fare lo schiavo di se stessi invece che di un “padrone”. Senza neppure la garanzia di uno stipendio.
Ecco perché quando qualcuno mi contatta per essere affiancato nel suo nuovo progetto imprenditoriale, nove volte su dieci rifiuto (sul mio sito ho fatto scrivere che non seguo startup). E in ogni caso cerco di metterlo in crisi sulla reale fattibilità.
Insomma faccio il “demotivatore” in un mondo di motivatori che ti spronano a “lanciarti”. Anche perché i motivatori quando poi fallisci scompaiono all’orizzonte, dopo averti detto che “dovevi crederci di più”. Invece a me tocca mettere a posto i danni gravi fatti da loro.
Quindi ve lo dico per l’ennesima volta. Non iniziate a fare nulla se non avete strumenti imprenditoriali evoluti.
Sareste solo carne da macello.
*** Fabrizio COTZA, consulente, Scemo chi imprende, facebook, 18 luglio 2020, qui
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