– Si è rotto.
– Cosa?
– Qualcosa.
– …
– Ieri era tutto come sempre e oggi no, oggi si è rotto.
– Ma cosa?
– Qualcosa di dentro, di pancia, di pensiero, qualcosa che mi riguarda ma non so quale sia di preciso la sua parte.
– Cosa è successo?
– Niente di particolare, è solo che avevo alcune certezze e oggi sono uscite, capisci, cadute, sono stata pure sciocca a pensare che…
– Che?
– Che alcuni punti fossero fermi, ma fermi fermissimi.
– Quindi in realtà non si è rotto niente.
– Come no, certo che si è rotto qualcosa, qualcosa che pensavo e ora non penso più, è tutto il giorno che provo a rimettere insieme gli incastri a ricostruirlo, era un qualcosa di certo per me, era importante che restasse così
– Ci sei riuscita?
– Ad aggiustarlo?
– Sì.
– No.
– Allora vedi, non si è rotto niente, sei uscita da un’altra pelle, stai facendo la muta.
– Ma quella di prima mi piaceva.
– O forse ti rassicurava.
– …
– Comunque, cosa devo fare ora?
– Si può fare poco: stare a cuore nudo e a paura aperta, a lacrime appese e a pugni dismessi, così restare
– E poi?
– E poi un giorno avrai la pelle nuova e vedrai, ti piacerà.
– Quindi non si è rotto niente?
– No, è finita una parte e ne inizia un’altra.
– Ho paura.
– Shhhh.
– Va bene, shhhh.
*** Francesca PACHETTI, contadina e scrittrice, da La Raccontadina. Racconti a passo di vanga, ed. Pentagora, 2019, in 'cctm', 29 giugno 2020, qui
In Mixtura ark #Mosquito qui
Nessun commento:
Posta un commento