«Se tutto va bene, sarete perfettamente libero e in salvo tra poche ore». «Be’» disse, tirando un grosso sospiro, «lo spero». «E ci credete anche?» Immerse la mano nell’acqua oltre il bordo della barca e disse, sorridendo con quell’aria ammansita che non mi era nuova: «Sì, mi pare che ci credo. Sarebbe ben difficile star meglio e più in pace di adesso – e magari ci credo perché è così bello e dolce scivolare sull’acqua. Ma ci stavo pensando proprio adesso che fumavo, che non possiamo vedere in fondo a queste poche ore più che in fondo a questo fiume che prendo in mano. E non possiamo tenerle più strette mentre scappano che questo fiume qua. Guarda!» alzando la mano gocciolante. «Mi è scappato tra le dita e non c’è più». «Se non fosse per la vostra faccia, penserei che siete un po’ abbattuto». «Per niente, ragazzo mio! È che si scivola così in pace sull’acqua, e che gorgoglia a prua che pare un canto della domenica. Magari sto anche diventando un po’ vecchio».
*** Charles DICKENS, 1812-1870, giornalista e scrittore britannico, Grandi speranze, 1860-1861, Salani, 2017
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