Io mi sento di ribadirlo: i libri scritti in altre lingue 'non si traducono da soli'.
Possiamo rimanere a fissarli estasiati e in trance per giorni, ma non succederà niente. Ci vuole una persona (o un gruppo di persone) che si prenda la briga, l'impegno, la fatica di smembrare il testo e ridurlo a sequenza di parole; di tradurre le parole, rimontare le frasi, verificare il livello di comprensibilità e l'aderenza all'originale per non tradire il patto di fiducia tra autore, traduttore e lettore.
Contemporaneamente, il traduttore deve rinunciare a metterci troppo di sé, resistendo a velleità autoriali, e deve anche rispettare il testo originario, senza modificarlo troppo "per venire incontro alle esigenze dei lettori".
Ecco, questo (e molto altro, se prende il suo lavoro seriamente) è quanto fa il traduttore. Ecco perché mi rattristo tutte le volte che vedo i libri recensiti in traduzione orfani dei nomi dei traduttori.
*** Vera GHENO, sociolinguista, facebook, 11 ottobre 2017, qui
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