mercoledì 16 novembre 2016

#LIBRI PREZIOSI / "Io sono con te", di Melania G. Mazzucco (recensione di M. Ferrario)

Melania MAZZUCCO, "Io sono con te.
Storia di Brigitte"
Einaudi, 2016
pagine 255, € 17,50, ebook € 9,99

Un calvario: con qualche spiraglio di nuova vita
"Io sono con te" di Melania G. Mazzucco è la storia - cupa, dolorosa, commovente - di un calvario. Che travolge, e schiaccia, inaspettato e improvviso, una donna. E' il racconto - partecipe e preciso, empatico e rigoroso - di un lungo inabissamento umano: tremendo e atroce, che pare senza termine e senza speranza. E che invece, alla fine, lascia intravvedere qualche sprazzo di luce: i segni di una rinascita possibile, l'apertura di spiragli di una nuova vita. 
Ma a che prezzo...

Brigitte - africana di mezza età, vedova, madre di quattro figli, infermiera, proprietaria di due ospedali a Matadi, una cittadina importante del Congo: una vita agiata, un lavoro motivante, costruito negli anni - di colpo si trova privata di tutto: incarcerata, torturata, stuprata, diventa un oggetto a disposizione, in attesa di essere uccisa, una dei tanti e delle tante che il regime politico del Paese ha deciso di eliminare. Le era stato chiesto di somministrare un farmaco mortale ad alcuni oppositori, feriti e finiti in una delle sue cliniche: lei si era rifiutata e tanto è bastato. La salva, in una circostanza che ha del miracoloso, un carceriere, in debito con lei per le cure gratuite ricevute dalla moglie in occasione della nascita difficile del figlio. Ma la salvezza è solo fisica: le consente di fuggire dal carcere e dalla morte certa. E poi di scappare fortunosamente dal Congo. Per approdare, senza neppure ben sapere dove sarebbe finita, quasi fosse un pacco postale gettato su un aereo grazie a un conoscente del fratello, in Italia, a Roma: a peregrinare come tanti senzatetto attorno alla stazione Termini, dormendo al freddo sulle panchine.

Da qui in poi, con un percorso tormentato e angosciante di alti e bassi, che sempre tenta di duramente contrastare e forzare le misere condizioni di esistenza, comincia il viaggio vero: quello tutto interiore, che prova a ricostruire i frammenti di sé andati in pezzi e a rielaborare la duplice identità persa, umiliata e distrutta, di donna e di madre. Una madre che ha dovuto abbandonare i figli senza poterli neppure salutare e avvisare di quanto le stava capitando: e che per lungo tempo neppure sa se sono ancora vivi, in Congo, e con chi.

La vicenda è reale. Ed è occasione per l'autrice per raccontare, attraverso il caso di Brigitte, della tragedia degli immigrati in fuga: delle loro sofferenze, del loro spaesamento, delle loro fatiche per rimettersi in piedi. Ma anche dell'aiuto, premuroso e cruciale, spesso non facile e talvolta contrastato dagli stessi rifugiati, prestato da molti volontari e da organizzazioni come il Centro Astalli, il servizio dei gesuiti per i rifugiati in Italia.

Il libro è un ibrido. Ha il passo di un romanzo e qua e là assume il tono di un'epica: le donne e gli uomini, marginalizzati ed esclusi, come Brigitte, sono vere figure eroiche, umanissime, del nostro tempo. Ma sembra procedere anche con l'occhio acuto e freddo di un saggio, che vuole stare alla realtà, con il rigore dei fatti minuziosamente rilevati: siano essi 'sociologici' o 'psicologici'.

Impossibile dimenticare la protagonista: che con pudore, ma con sincerità affranta, abbandona tutta se stessa, e la storia dei suoi strazi, alla penna, e al cuore, della scrittrice, eleggendola alla fine come amica, quasi sorella. Ed è impossibile restare indifferenti all'abilità tecnica, ma soprattutto alla sensibilità umana, di Melania Mazzucco, che in ogni pagina aderisce pienamente al titolo del libro ("Io sono con te"), esercitando una 'pietas' genuina e appassionata, ma sempre controllata, evitando cadute stucchevoli o derive sdolcinate.
E' un regalo, questo suo racconto, per chi ancora voglia mantenere aperta l'anima, farsela 'toccare' e non chiudere gli occhi.

*** Massimo Ferrario, per Mixtura

https://it.wikipedia.org/wiki/Melania_Gaia_Mazzucco
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I poliziotti – in verità ci sono anche delle poliziotte, ma la divisa le rende identiche ai colleghi – le dicono di spogliarsi, cioè di togliersi il cappello e il giaccone, perché nella foto devono vedersi bene le sue fattezze. Lei – imbarazzata e umiliata – non ubbidisce. Si vergogna di far vedere la fronte scalpata. Gli agenti si sforzano di non essere troppo rudi. Ma sono stanchi, e nervosi, e non vogliono perdere tempo, e alla fine, siccome lei esita ancora, le intimano senza garbo di sbrigarsi. Siete talmente tanti, si giustifica l’agente mentre le preme le dita nell’inchiostro. Siete come la sabbia del mare. (Melania G. Mazzucco, "Io sono con te. Storia di Brigitte", Einaudi, 2016)

È mio figlio. Il tempo era scaduto, ma lui non si era girato e non voleva nascere. Mia moglie non aveva le doglie. Sarebbe morta. Anche mio figlio sarebbe morto. Non avevamo i soldi per pagare. Nessuna clinica ci ha voluto. Poi mi hanno consigliato: vai da maman Brigitte. Io sono venuto. Ti ho detto che ti avrei pagato dopo, appena avessi ricevuto lo stipendio. Tu hai ricoverato mia moglie. Non sono mai tornato a pagare. Avrei voluto, ma non ho potuto farlo. Non l’ho scelto io. Sono un militare, obbedisco. Vado dove mi mandano. Sono dovuto partire, sono stato via sette anni. 
Perché mi dici queste cose? A che serve? Ormai è tardi. 
Ti farò uscire di qui, bisbiglia il capitano, con la voce ridotta a un sussurro. Ma se ti rivedono a Matadi, sei morta. E sono morto anch’io. 
Non sono sicura di comprendere davvero quello che mi sta dicendo il capitano. Forse ho paura di crederci. Chi non ha speranza è invincibile. 
In quel momento alzo lo sguardo e vedo il calendario appeso dietro la scrivania. Oggi è il ventisette dicembre. È il giorno del mio compleanno. Sono in prigione da quasi due mesi. Oggi compio trentotto anni. E il capitano mi sta dicendo che non morirò. Oggi 27 dicembre 2012 nasco per la seconda volta. Solo chi crede può riconoscere un miracolo. Dieu le veut. Gli sorrido.  (Melania G. Mazzucco, "Io sono con te. Storia di Brigitte", Einaudi, 2016)

Nei primi tempi, i funzionari del ministero lo invitavano a maggior severità nel valutare le domande. Con un sorriso svagato, lui dimostrava l’assoluta inutilità pratica di un diniego. Quanto, anzi, fosse controproducente. È vero che il soggetto in questione non ha i requisiti per essere riconosciuto come rifugiato. Ma se sarà respinto, presenterà istanza di revisione. Passeranno mesi, e intanto resterà in Italia, improduttivo ed emarginato. Sarebbe un peso e un costo per la società. Ma anche per se stesso. Potrebbe andare alla deriva, cedere alla delinquenza, diventare alcolizzato, ammalarsi. Ed è ciò che quasi sempre succede. E poi, se anche l’istanza fosse respinta e gli fosse ingiunto di lasciare l’Italia, non lo farà. Perché nessuno lo accompagnerà alla frontiera. Non ci sono mezzi né uomini, né accordi col paese d’origine, né le condizioni per caricarlo su un aereo. E dove dovrebbe andare, poi? Ormai sarebbe in Italia da anni. Non c’è ritorno. Dunque tanto vale accoglierlo, e dargli una possibilità. Se la giocherà bene, avremo vinto la scommessa. Diventerà una risorsa per tutti. È giovane, è sopravvissuto, è vivo ed è diventato forte. È solo questo che conta. Diamogli un’occasione.
I benpensanti lo considererebbero un sabotatore e un sovversivo. Ma il ragionamento di padre La Manna non fa una grinza, e il suo punto di vista ha finito per fare proseliti. Ormai si sa che difende sempre i giovani, perché vede in loro, chiunque essi siano e qualunque passato abbiano alle spalle, il futuro. A loro chiede solo di non mentire. Va in commissione con l’abito nero da prete, che incute universale rispetto. (Melania G. Mazzucco, "Io sono con te. Storia di Brigitte", Einaudi, 2016) 

Due anni dopo, mentre cerco di ricostruire le tappe dell’odissea di Brigitte, chiedo ai commissari come facciano ad accertare i fatti. La questione – per me che sono abituata a lavorare negli archivi, sulle fonti documentarie e con i testimoni per ricostruire o costruire le mie storie, e che da mesi lavoro al vero caso di Brigitte – è sostanziale. Una questione di estetica, ma anche di etica della letteratura. 
Faccio una scoperta stupefacente. Lo stato non pretende che loro accertino i fatti. Sarebbe impossibile. Un rifugiato quasi mai è in grado di fornire prove della persecuzione che ha subito – l’unico corpo del reato di cui dispone è a volte paradossalmente il suo stesso corpo. Ciò che lo stato chiede è che i fatti narrati siano verosimili. Che rispettino il principio della verosimiglianza. 
È quello che si chiede anche all’autore di un romanzo.
 Se riesce a sospendere la nostra incredulità, lo seguiamo fino all’ultima pagina, crediamo ai fatti che inventa e ci immedesimiamo nei suoi protagonisti. 
L’Italia del futuro nascerà in base alle storie che saranno state raccontate. E saranno state raccontate, e perciò costruite, per noi. 
Siamo i lettori e i critici del romanzo nazionale. 
Non gli autori del racconto.  (Melania G. Mazzucco, "Io sono con te. Storia di Brigitte", Einaudi, 2016)
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