... i campi sovietici rimangono pur sempre una manifestazione deplorevole di illegalità e di disumanità. Essi non hanno nulla a che vedere col socialismo, ed anzi, sul socialismo sovietico spiccano come una brutta macchia; sono piuttosto da considerarsi una barbarica eredità dell’assolutismo zarista, di cui i governi sovietici non hanno saputo o voluto liberarsi. Chi legge le Memorie di una casa morta scritte da Dostoevskij nel 1862, non stenta a riconoscervi gli stessi lineamenti carcerari descritti da Solzenicyn cento anni dopo. Ma è possibile, anzi facile, rappresentarsi un socialismo senza Lager: in molte parti del mondo è stato realizzato. Un nazismo senza Lager invece non è pensabile.
*** Primo LEVI, 1919-1987, scrittore, testimone dei lager, Se questo è un uomo, 1947, Opere, vol. 1, La Biblioteca di Repubblica-Espresso, 2009
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