Paul Tudor JONES II, investitore e filantropo statunitense
Perché dobbiamo ripensare il capitalismo
Ted, marzo 2015
video, 9min51
(oltre 1milione 300mila visualizzazioni)
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http://www.ted.com/talks/paul_tudor_jones_ii_why_we_need_to_rethink_capitalism?language=it
Paul Tudor Jones II adora il capitalismo; è un sistema che gli ha dato molto negli ultimi decenni. Tuttavia il filantropo e manager di fondi speculativi è preoccupato che un'eccessiva preoccupazione per i profitti possa, usando le sue parole, "mettere in pericolo i pilastri fondanti della nostra comunità".
In questo intervento descrive con cura e passione la sua controffensiva basata sul concetto di "correttezza". (dalla presentazione Ted)
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Negli ultimi 50 anni, la collettività ha giudicato le società e le multinazionali in modo "ristretto", quasi monomaniacale, rispetto al modo in cui le valutiamo, e sulla grande enfasi che abbiamo posto sui profitti, sugli introiti trimestrali a breve termine e quotazioni a scapito di tutto il resto. È come se avessimo disumanizzato le nostre aziende. Non facciamo lo stesso - ridurre qualcosa in comodi mattoncini con cui giocare come fossero Lego - nella vita privata. Non trattiamo o giudichiamo qualcuno in base alle entrate mensili o all'affidabilità creditizia. Ma abbiamo questo doppio standard quando si tratta del modo in cui trattiamo affari. E volete proprio saperlo? Sta mettendo in pericolo i pilastri fondanti della nostra comunità. Ve lo dimostro. (...)
Margini di profitto maggiori non migliorano la comunità. Quello che fanno è inasprire la disparità tra i redditi, e non è un bene. Ha senso, no? Perché se il 10% delle famiglie americane possiede il 90% delle azioni, ottenendo la fetta più grande dei profitti societari, ci sarà meno ricchezza per il resto della comunità.
La disparità reddituale non è un bene, lo ribadisco.
Francamente, quando ho cominciato a scrivere ho pensato: "Wow, cosa fa la mia società, cosa fa Tudor?" E ho visto che ogni anno doniamo solo l'1% dei profitti in beneficenza. E io sarei un filantropo. Quando me ne sono reso conto, mi è venuto da vomitare. Il punto è che quest'ossessione è così radicata che i benintenzionati, come me, non pensano di esserne coinvolti.
Non cambieremo la condotta delle aziende solo aumentando le donazioni in beneficenza delle società. Ah, comunque, ora abbiamo quadruplicato quel dato, ma - (Applausi) - Ma possiamo farlo correggendo la nostra condotta. Un modo sarebbe di dare davvero fiducia al sistema che ci ha portato a questo punto, vale a dire il mercato libero. Circa un anno fa, insieme ad alcuni miei amici, ho avviato un'organizzazione non-profit, Just Capital. Il suo obiettivo è semplice: aiutare le aziende e le società a imparare una condotta più giusta, con il contributo del pubblico in modo da definire criteri precisi per una condotta aziendale corretta. Ora come ora non ci sono standard universali che le aziende possano seguire, e qui entra in gioco Just Capital. Da quest'anno e negli anni a seguire condurremo un sondaggio nazionale su un campione di 20.000 americani per scoprire quali sono per loro i criteri di correttezza che le società dovrebbero seguire. Questo è un modello che inizierà negli Stati Uniti ma potrebbe applicarsi in ogni parte del mondo. Forse scopriremo che la cosa più importante per i cittadini è la creazione di posti di lavoro o la produzione di prodotti sani, oppure la protezione dell'ambiente, invece del suo danneggiamento. Noi di Just Capital non lo sappiamo e non sta a noi decidere. Siamo solo messaggeri, ma abbiamo totale fiducia nella capacità del pubblico americano di farlo da sé. (...)
Il capitalismo è responsabile di ogni grande innovazione che ha reso il mondo un posto meraviglioso, pieno di ispirazione. Il capitalismo deve basarsi sulla giustizia. Deve, ora più che mai, ora che il divario economico aumenta giorno per giorno. Si stima che il 47% dei lavoratori americani potranno essere licenziati nei prossimi vent'anni. Non mi oppongo al progresso. Voglio le macchine autonome e i jet-pack, come tutti. Ma auspico che si riconosca come, dalll'aumento della ricchezza, debba derivare una maggiore responsabilità aziendale.
"Se si elimina la giustizia" diceva Adam Smith, padre del capitalismo, "l'immenso tessuto della società umana si sbriciolerà in un sol momento."
Quand'ero giovane e avevo un problema, mia madre singhiozzava, scuoteva la testa e diceva: "Abbi pietà di me". Questo non è il momento giusto per mostrare pietà, è tempo di mostrare loro la correttezza, e possiamo farlo, insieme, iniziando dal posto di lavoro, dal settore in cui operiamo. E quando daremo alla correttezza lo stesso valore dei profitti, riceveremo la cosa più bella al mondo: ci riprenderemo la nostra umanità.
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