mercoledì 9 settembre 2015

#MUSICHE & TESTI / Ritals (Gianmaria Testa)


Gianmaria TESTA, 1958, cantautore
Ritals, 2006, dall'album 'Da questa parte del mare'
video, 4min57



Scrive Antonio Piccolo, 'Canzoni contro la guerra', 21 giugno 2007, qui:
«
È un concept album sulle migrazioni moderne, senza demagogia, faciloneria o retorica. 
Gianmaria Testa ha dichiarato, a proposito: «Io parlo di quel razzismo istintivo che hanno perfino i bambini, che è il razzismo verso una qualche diversità. Questo razzismo va combattuto con intelligenza, con ragionamento. Me lo spiego benissimo quello degli italiani, compreso il mio senso di fastidio, qualche volta. Me lo spiego, ma non lo accetto, sono due cose diverse: me lo spiego, ma penso che non sia giusto averlo e che bisogna contrastarlo in qualche modo».
Nei concerti, prima di cominciare legge sempre questa poesia:

Naufragi, di Erri De Luca, dalla raccolta "Solo andata")
Nei canali di Otranto e Sicilia
migratori senz'ali, contadini di Africa e di oriente
affogano nel cavo delle onde.
Un viaggio su dieci si impiglia sul fondo,
il pacco dei semi si sparge nel solco
scavato dall'ancora e non dall'aratro.
La terraferma Italia è terrachiusa.
Li lasciamo annegare per negare.

"Ritals" è dedicata a Jean-Claude Izzo, che era amico e ammiratore di Testa (più volte citato nei suoi romanzi). 
Il padre di Izzo era un salernitano emigrato in Francia e, come tanti altri, aveva dovuto sopportare il modo con cui i francesi chiamavano spregiativamente gli immigrati italiani: ritals, appunto.
»

Eppure lo sapevamo anche noi 
l'odore delle stive 
l'amaro del partire. 
Lo sapevamo anche noi.

E una lingua da disimparare 
e un'altra da imparare in fretta 
prima della bicicletta. 
Lo sapevamo anche noi.

E la nebbia di fiato alla vetrine 
e il tiepido del pane 
e l'onta del rifiuto. 

Lo sapevamo anche noi 
questo guardare muto.

E sapevamo la pazienza 
di chi non si può fermare 
e la santa carità 
del santo regalare. 

Lo sapevamo anche noi 
il colore dell'offesa 
e un abitare magro e magro 
che non diventa casa.

E la nebbia di fiato alla vetrine 
e il tiepido del pane 
e l'onta del rifiuto.

Lo sapevamo anche noi 
questo guardare muto.

Sempre in Mixtura, 1 altro contributo di Gianmaria Testa qui

Nessun commento:

Posta un commento