La Grecia può portare buone carte alla sinistra solo se Tsipras romperà il giocattolo dell'euro. Forse allora anche i pasdaran del neoliberismo, i sindacalisti, si convinceranno che la moneta unica, come vediamo, porta solo all'impoverimento dei lavoratori. (...)
In Grecia si vedono tutti i limiti del progetto dell'euro. L'idea era che con la stessa moneta i Paesi deboli avrebbero importato da quelli forti regole e disciplina, ma il risultato è stato ben diverso. Con il costo del denaro molto basso i Paesi periferici si sono indebitati troppo.
[D: Perché la moneta unica sarebbe un progetto a scapito dei lavoratori?]
Perché nell'impossibilità di svalutare la moneta, gli squilibri si risolvono svalutando il lavoro. Lo avevano capito anche Giorgio Napolitano e Luciano Barca nel 1978, quando il Pci ruppe l'intesa con il governo Andreotti sull'ingresso dell'Italia nello Sme. Dicevano che quel progetto era deflazione e recessione antioperaia. Perché poi la sinistra abbia perso questa consapevolezza, è un problema che dovranno vedere gli storici. (...)
Che oggi questi signori non capiscano quel che diceva Barca mi pare strano. E non capisco se questa sinistra del Pd non può, o non vuole allargare la base di consenso.
[D: Matteo Salvini lo sta facendo, sfruttando le sue tesi.
Non vorrei fare il lamento dell'amante tradito. Non sono un genio: io ho trascritto in modo divulgativo i principi dei manuali di economia. Sono due libri in difesa del lavoro contro un certo capitale, rivolti esplicitamente alla sinistra e la situazione paradossale è che un leader politico con cui non ho niente a che spartire, ma che comunque rispetto perché viene votato, cita i miei lavori, dice che gli hanno fatto cambiare idea e lo fa in pubblico.
Per le dinamiche perverse della politica, poi, il fatto che Salvini con intuito abbia sposato certi temi spinge la sinistra, con un riflesso pavloviano, a ignorarli
[D: A sinistra di Renzi non c'è più niente?
Fassina esce in un deserto culturale dove gente come Landini o Cofferati ha lo stesso livello di consapevolezza, di analisi e di coscienza, o non coscienza marxista, di Oscar Giannino
[D: E i sindacati, da cui eravamo partiti?]
Nel momento in cui appoggiano l'idea che l'inflazione è nemica del lavoratore, perché erode il suo potere d'acquisto, praticamente si condannano all'estinzione. Per controllare l'inflazione, in teoria, basta una banca centrale indipendente. Un sindacalista che inneggia alla deflazione è un sindacalista morto. Loro si dovrebbero preoccupare dei salari, ma a sinistra anche questo concetto fondamentale sembra totalmente perso.
*** Alberto BAGNAI, economista e saggista, docente all'università di Chieti-Pescara, intervistato da Mario Sensini, "Squilibri interni risolti impoverendo i lavoratori", 'Corriere della Sera', 5 luglio 2015.
LINK, intervista integrale qui
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