Lida RAVERA, Gli scartati, Bompiani, 2015
€ 17.00, ebook € 8.99
Italia, un futuro imprecisato, ma che si intuisce prossimo. Un Nuovo Ordine, un Partito Unico, un Leader Massimo. Basterebbe già questo per parlare di una 'distopia': cioè di un 'brutto luogo' in cui si immaginano accadere 'cose brutte'. Ma, come del resto è ovvio quando metti insieme almeno i tre fattori di cui sopra, il brutto è sempre peggio.
La valorizzazione dei giovani e la demonizzazione dei vecchi, che intralciano le carriere dei primi, hanno smesso di essere vuota retorica. E la rottamazione, da slogan, è diventata legge. I vecchi vengono 'scartati'. Se accoppiati, sono separati, uomini con uomini e donne con donne, e 'deportati' in posti più o meno piacevoli: alberghi o caserme, attrezzati per la bisogna. Corre voce che prima o poi, le coppie che vogliano restare coppie, potranno richiedere il ricongiungimento. Ma non è altro che una voce, appunto, che il Nuovo Ordine lascia benevolmente circolare.
Lui è un ex alto dirigente giunto al momento del 'ritiro': costretto a partire per una località misteriosa, insieme con altri sconosciuti compagni di anagrafe, alla volta di un albergo che è più dolce di un campo di concentramento, ma insulso e violento come quello. Lei, una funzionaria pubblica cui mancano pochi anni per essere 'scartata', subisce la partenza del marito. Hanno sempre vissuto insieme: e ora provano la nostalgia del passato e scoprono il lancinante desiderio di essere di nuovo insieme.
Oltre a loro, il figlio, che lavora accanto al Leader Massimo, e la nuora: incinta, giovane, splendente nella sua età di massima valorizzazione e quindi coccolata dai valori del momento e dalla politica del regime, è riuscita a spodestare la suocera da casa sua occupandone persino il letto matrimoniale.
E poi uno strano medico che assiste i 'deportati'.
Ci sono libri che si leggono d'un fiato. Questo no: si legge veloce, per la brevità delle pagine e perché la vicenda invoglia. Ma il fiato spesso manca, per l'atmosfera di costrizione grigia e ottusa che percorre la storia, dovuta non ad artifici di scrittura (il linguaggio è piano, scorrevole, anche ironico), ma alla trama stessa. Certo, se chi legge è in età di rottamazione, il bisogno di tirare un respiro è ancora più forte e l'attesa di una qualche liberazione finale è un motorino quasi ossessivo che spinge a voltare le pagine.
Naturalmente non svelerò il finale: anche 'ansimare' un po', in questo caso, è il sano prezzo da pagare per una lettura intelligente, che stimola il piacere di una meditazione. E con i tempi che corrono, di meditazioni appunto avremmo sempre più bisogno: per evitare che certi sogni si rivelino incubi.
Peraltro, tornando nella realtà, visto che nessun Leader Massimo ha emanato (per ora) una legge sulla rottamazione degli umani, si possono attendere nuovi libri altrettanto stimolanti dell'autrice: una scrittrice rodata, acuta e stuzzicante, la quale, per l'anagrafe, nel Nuovo Ordine, sarebbe in odore di deportazione.
*** Massimo Ferrario, per Mixtura
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EX LIBRO
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Il Partito Unico, in nome degli interessi dell’età forte, cura il ritiro progressivo delle generazioni scadute. I giovani anziani vengono accompagnati a vivere fra loro e incoraggiati a ricostruire una socialità a circuito chiuso, ma non priva di godimenti e soddisfazioni. I vecchi vengono accolti e accuditi, aiutati a gestire corpi sempre più nemici ed educati al distacco. “Tutto questo è umanità,” recitava uno slogan molto diffuso dai media. E nessuno si era mai sognato di mettere in dubbio la certezza matematica che i vecchi, più dei giovani anziani mentalmente contaminati dagli anni del grande disordine, erano andati a stare bene. Cioè: a stare dove dovevano stare. Perché in una società ordinata ciascuno ha il suo posto. Si trattava di creare società parallele, assegnarle ai padri o ai nonni. E lasciare la principale a loro. Loro, consci dei loro diritti quanto dei loro obblighi, erano padroni del campo, erano i vincitori. (Lidia Ravera, dal libro)
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