lunedì 9 marzo 2015

#CASI FORMATIVI / Un colloquio Capo-Operaio (caso Tozzi-Banfi)

Enrico Tozzi è un operaio del reparto macchine della Vetrisix. Vi lavora da quindici anni, da quando vi era entrato come apprendista. 

Recentemente, sembra essere entrato in crisi. 
Gianni Carugati, il suo migliore amico, assunto in Vetrisix una decina di anni fa, è stato promosso capo squadra. Ovviamente, Tozzi gli ha fatto i complimenti e sono anche usciti la sera a festeggiare. 
Ma Tozzi non ha digerito la faccenda: non la promozione dell’amico, bensì il comportamento dell’azienda. “Nessuno si è degnato di dirmi nulla - pensava Tozzi -, magari anche di spiegarmi il motivo per cui io continuo a fare l’operaio e gli altri invece fanno carriera. E sì che il mio mestiere ormai lo posso insegnare a chiunque: la qualità della produzione uscita dalle mie macchine ha sempre avuto ottimi indici e gli scarti sono sempre stati minimi”.
Che Tozzi ora abbia dei problemi è evidente: la sua prestazione è scaduta, il suo comportamento sul posto di lavoro è sempre più distratto, i suoi modi di fare con i colleghi sono diventati duri e scontrosi.
Gino Banfi, il suo capo reparto, ha convocato Tozzi per una chiacchierata. 
E’ convinto che Tozzi sia un ottimo operaio, ma che - diversamente da Carugati - non abbia la stoffa per fare il capo.

Banfi
Tozzi, caspita, mi vuoi dire che ti succede?

Tozzi
Cosa mi succede?

Banfi
Dai, Tozzi, non far finta di non capire. Non stai funzionando. Lo sai benissimo anche tu. La qualità si è abbassata, gli scarti stanno aumentando. E poi, molti tuoi colleghi cominciano a lamentarsi: sei diventato spigoloso, dicono che non ti va mai bene nulla, che non ti si può avvicinare...

Tozzi
Io non ho niente. So solo che lavoro come un mulo tutto il santo giorno. Molto più di tutti gli altri. Come sempre, del resto. Da quindici anni a questa parte. E nessuno mi ha mai detto grazie.

Banfi
Sarà, Tozzi. Però i fatti dicono che adesso le cose non girano. Il tuo comportamento non è più quello di prima. Forse nessuno ti avrà mai detto grazie, però tutti hanno sempre riconosciuto le tue capacità. Perché fino a un po’ di tempo fa, tu ti muovevi diversamente. Adesso, invece, hai sempre i nervi a fior di pelle, te la prendi con tutti...

Tozzi
Nervi? Io i nervi? Ma chi è che ha in nervi? Io non ce l’ho con nessuno. Io mi faccio i fatti miei e non rompo le scatole a nessuno. 
Senti, Banfi, se hai qualcosa di specifico da rimproverarmi, dimmela chiara e tonda. E non stare a fare i giochini con me.

Banfi
Dai, Tozzi, sai bene cosa voglio dire. Tu te la sei presa per la promozione di Carugati...

Tozzi Lascia stare Carugati, che non c’entra nulla. Carugati è mio amico e sono contento per lui che sia stato promosso: è bravo e se lo merita.

Banfi
Certo, condivido il tuo giudizio su Carugati. Volevo però dire che tu te la sei presa Perché quella promozione pensavi di averla tu. E secondo me, tu, da quel momento... sì, insomma, non ne sono sicuro al cento per cento, ma è da allora che non sei più tu...

Tozzi
Senti, Banfi, facciamo a meno di parlare di promozioni. Io non ci tengo a essere promosso. E non mi è rimasto sul gozzo proprio nulla. Prima dicevo soltanto che l’azienda non mi ha mai detto grazie per il lavoro che ho sempre fatto...

Banfi
D’accordo, Tozzi. Tu dici che non c’entra nulla quella promozione. Invece, io sono convinto che quella promozione c’entra eccome. Che tu ci sei rimasto male. E che adesso ce l’hai con l’azienda e con il mondo intero. Ora, ti dico la verità, io posso capirti. E’ umana la tua reazione. Ma sono cose che capitano. E non credo che adesso possiamo farci nulla. Per esempio: mi hanno riferito che stai alzando un po’ troppo il gomito, la sera, in paese. Sono fatti tuoi, naturalmente, però, se vuoi il mio consiglio, faresti bene a controllarti. Anche perché lo sai bene, si fa presto a farsi certe immagini. E una volta che poi uno si è fatto una certa fama...

Tozzi
Non so come dirtelo, Banfi. Io non ho nulla, sono normale. Come sempre.

Banfi
Va be’, d’accordo, come vuoi. Voglio solo dirti una cosa: che quando l’azienda ha deciso di promuovere Carugati, l’ha fatto in base a una precisa valutazione. Come tu stesso prima ricordavi, Carugati è un ottimo elemento e almeno a quanto sento anche dai giudizi di Folloni, il collega del reparto finitura, la decisione si è rivelata giusta: nel suo nuovo ruolo di capo, Carugati si sta muovendo in maniera egregia. Questo tuttavia non ha nulla a che vedere con te: con il giudizio che l’azienda ha sempre avuto nei tuoi confronti. Tu hai messo insieme le due cose: ma non c’entrano niente. Hai pensato che siccome Carugati veniva promosso, questo significava che l’azienda se ne infischiava di te.

Tozzi
Ok, Banfi, d’accordo. Continui a voler parlare di questa maledetta promozione. Che ti devo dire? Ti ripeto: l’azienda ha voluto promuovere Carugati. Ha fatto bene. Io che c’entro? Comunque, grazie della chiacchierata. Ora, se non hai altro da dirmi, torno alle mie macchine. Se no, poi mi dite che gli scarti aumentano e la qualità cala...

Spunti per discutere
(1) - Cosa pensare dei due protagonisti del colloquio? (Gino Banfi, il capo-reparto, e Enrico Tozzi, l’operaio)
(2) - I due comunicano? Se sì, che cosa si stanno dicendo? Se no, a) perché?; b) cosa potrebbe fare di più e meglio il capo (Gino Banfi)?; c) cosa potrebbe fare di più e meglio l’operaio (Enrico Tozzi).
(3) - Analogie e differenze con la specifica realtà aziendale di chi legge?

*** Massimo Ferrario, 1996-2012 - Materiale didattico utilizzato in aula per la formazione di manager professional su temi di comportamento organizzativo. Riproducibile indicando autore e fonte.

Nessun commento:

Posta un commento