Non credo più alla favola che è il pensiero quello che conta,
all’illusione comoda degli anaffettivi,
che - e dai che lo sai che ti voglio bene.
Io no, non lo so.
Cercare ed essere cercati.
Per questo siamo qui,
per esistere nelle mani di un altro,
sentirci chiamare per nome è un certificato di nascita
che fotte la paura di morire da vivi,
ci fa cittadini onorari nel cuore degli altri.
Chiedere e dare appartenenza
senza essere gli aguzzini di nessuno,
elevare la bandiera delle cose mute sopra il chiacchiericcio delle promesse,
scendere dal trono solitario su cui ci siamo arrampicati offesi
e FARE l’amore come predicato verbale
di salvezza reciproca, come il pane
impastare vicinanze con le mani, con la lingua,
prendere un pezzo di mondo
e farci un luogo di gentilezza sfrenata.
FARE l’amore indistintamente
esserci
con la fedeltà dei cani,
delle api che svuotano tutto il fiore,
dei bambini che non sanno il valore di un più tardi, dopo e aspetta
e ti vogliono tutto e adesso,
nell’unico modo dell’amore.
*** Manuela TOTO, psicologa, consulente familiare, Non credo più alla favola che è il pensiero quello che conta, facebook, 19 giugno 2021, qui
In Mixtura i contributi di Manuela Toto qui
In Mixtura ark #SguardiPoietici qui
Nessun commento:
Posta un commento