C’era un uomo che aveva paura della propria ombra e orrore delle proprie impronte. Cosí le sfuggiva correndo. Ma quante piú volte alzava il piede, tanto piú numerose erano le impronte che lasciava; e piú in fretta scappava, meno l’ombra l’abbandonava. Credendo di andare troppo piano, corse piú svelto senza mai riposare, finché, all’estremo delle forze, non morí. Egli non capiva che per far scomparire l’ombra bisogna rimanere nell’oscurità, che per far cessare le impronte bisogna rimanere nella quiete».
*** CHUANG-TZU, 369?-283? a.C., maestro taoista, IV secolo a.C., La calma, Oscar Mondadori, 2007, riportato in Chandra Livia Candiani, Il silenzio è cosa viva: L'arte della meditazione, Einaudi, 2018.
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