Comunque la si pensi, lo spettacolo politico di queste ore è quanto di più osceno e indegno abbia mai visto da quando seguo la politica in modo cosciente.
E non è questione di coerenza, valore perduto e forse sopravvalutato: è questione di rispetto.
Per gli elettori, che vedono le linee politiche dei partiti riscritte a seconda dei porci comodi dei partiti stessi.
Ma soprattutto per la democrazia. Che certo, ammette giravolte e alchimie parlamentari, ci mancherebbe. Ma dovrebbe imporre anche un minimo di decenza istituzionale. Non passare anni a dare al tuo avversario politico del fascista, dell’incompetente, dell’ignorante e via insultando, e poi giocare a governarci insieme — chiamandola, in un’ultima torsione orwelliana, “responsabilità istituzionale”.
Se queste sono le premesse, non importa già più che si voti o meno, che vinca Salvini (quello che doveva stare al governo cinque anni con Di Maio, ricordate?) o una qualche marmellata di partiti.
La credibilità del sistema, del sistema tutto, ha già perso. E lo sapete chi sguazza e prospera quando una democrazia sprofonda nel cinismo, nell’opacità, nell’assenza totale di punti di riferimento: i suoi detrattori.
*** Fabio CHIUSI, giornalista, facebook, 12 agosto 2019, qui
In Mixtura i contributi di Fabio Chiusi qui
In Mixtura ark #SenzaTagli qui
Nessun commento:
Posta un commento