Ci sono due domande importanti. Più importanti di un mucchio di manuali e webinar con gli esperti. Due domande che i miei figli mi fanno sempre.
A turno, si avvicinano.
"Cosa fai?"
Rispondo facilmente. Scelgo la definizione che mi trovo a portata di mano.
"Perché?"
Qui le cose si complicano.
Diverse volte mi è capitato di rispondere di getto, suggerito dall’abitudine, dalla frenesia, dal nervosismo.
“Perché devo farlo”
"Perché?"
I bambini non si rassegnano. Incalzano.
Allora puoi solo fare due cose:
a) Continuare ad alzare la voce. Mentire. A te e loro.
b) Pensarci davvero. E se pensandoci non trovi un perché forte, un “perché” che giustifichi davvero cosa stai facendo… beh devi alzarti e andare a giocare con loro. O fare altro...
Con altri termini, noi grandi, parleremmo di coerenza, integrità, allineamento.
I bambini invece sono molto più diretti. E bravi.
Usano solo due domande. “Cosa” e “Perché?”
E la risposta gliela leggi negli occhi.
Anche se non hai bambini intorno puoi provarci anche tu.
Cosa stai facendo?
Perché?
*** Davide CARDILE, scrittore, Cosa e perché, 'linkedin', 28 agosto 2018, qui
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