Avrò chiuso bene la porta di casa? Avrò staccato il ferro da stiro? Avrò finito tutte le incombenze del giorno? Farò in tempo ad arrivare al lavoro nonostante il traffico? Avrò studiato a fondo il problema linguistico di cui mi sto occupando, o mi sono dimenticata di qualche fonte che dovevo consultare per forza? Avrò considerato tutte le variabili? Ci sarà modo di saperne di più su questa cosa? Avrò per sbaglio offeso qualcuno con la mia decisione? Ho forse usato le parole sbagliate? Sarò attaccabile per quello che ho detto? Sarà attendibile questa fonte? L'avrà fatto perché mi vuole bene, o c'è dietro un secondo fine?
Dubbi, dubbi, dubbi perenni. Mai come quest'anno, la mia vita è stata costellata di dubbi. Dai piccoli dubbi quotidiani ai grandi dubbi esistenziali, nel 2017 ho dato fondo a tutta la mia dubbiosità. Ho dubitato di me, della mia memoria, della mia capacità analitica, degli altri, delle fonti da me consultate, dei miei maestri, ho dubitato delle mie competenze, della mia capacità di superare i traumi, della possibilità di essere felice, della serietà delle mie tristezze quando equiparate a quelle altrui. Ho davvero, davvero messo in dubbio ogni cosa.
Ma alla fine ho capito una cosa: quando non avevo dubbi non è che fossi più felice o più serena. Semplicemente, avevo un campo visivo più limitato. Ero tranquilla perché il piccolo appezzamento in cui avevo scelto di trascorrere la mia esistenza aveva alte e spesse mura che mi facevano sentire al sicuro, impedendomi di vedere il resto.
E adesso? Quando ho deciso di oltrepassare quei muri, mi sono resa conto che stavo scoprendo cose nuove ogni volta che dubitavo di quanto fino a quel momento avevo dato per scontato.
Sto cercando di spogliarmi dei "Si fa così perché si è sempre fatto così", dei "A scuola mi hanno insegnato questo", dei "Non posso accettare che sia cambiato dai miei tempi a ora", dei "Me l'ha detto una persona affidabile", ma anche dei "Fidati, io lo so bene perché studio questa cosa da vent'anni" e dei "Lei non sa chi sono io".
Sto imparando, invece, a farmi sempre domande, a cercare di capire quando vengo manipolata, a vedere oltre la prima, sacrosanta reazione di pancia. Sto imparando che ogni dubbio, ogni piccola delusione, ogni situazione in cui capisco di non sapere o di non saperne abbastanza, sono delle spinte a cercare di saperne di più. Sto anche imparando che non ne saprò mai abbastanza, delle cose del mondo. Lifelong learning, lo chiamano.
Non è facile per niente, ma ci provo, ogni giorno.
Il 2017 è stato l'anno del dubbio doloroso. Che il 2018 sia l'anno del dubbio costruttivo.
#staydubbiosi
*** Vera GHENO, sociolinguista, facebook, 24 dicembre 2017, qui
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