Se si considera attentamente quanto grande e palese sia per noi il problema dell’esistenza, di questa esistenza ambigua, tormentata, fuggevole e simile al sogno […] e se poi si osserva come tutti gli uomini – tranne alcuni pochi e rari – sembrano non rendersi conto di questo problema, anzi non esserne affatto consapevoli, bensì preoccuparsi di tutto meno che di esso […] se si riflette bene a ciò, io dico, si può cominciare a credere che l’uomo si chiami essere pensante soltanto in un senso assai lato della parola.
*** Arthur SCHOPENHAUER, 1788-1860, filosofo tedesco, Parerga e Paralipomena, tomo II, a cura di Mario Carpitella, traduzione di Mazzino Montanari e Eva Amendola Kuhn, Adeplhi, 2003, citato da Vito Mancuso, Il bisogno di pensare, Garzanti, 2017.
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