Hai sentito che giovedì è caduto un aereo?
Be’, sono venuti a cercarmi
proprio a questo proposito.
Pare che lui fosse nella lista passeggeri.
Be’, che vuol dire, può aver cambiato idea.
Mi hanno dato un cachet per tenermi su.
Poi mi hanno mostrato qualcuno, non so chi.
Tutto nero, bruciato, eccetto una mano.
Un brandello di camicia, un orologio, un anello.
Mi sono infuriata, perché di certo non era lui.
Non mi avrebbe fatto lo scherzo di ridursi così.
E di camicie simili sono pieni i negozi.
E quell’orologio è un orologio normale.
E quei nostri nomi sul suo anello
sono nomi molto comuni.
Hai fatto bene a venire. Siediti qui accanto.
Lui, in effetti, doveva tornare giovedì.
Ma quanti giovedì ci sono ancora nell’anno.
Ora metto sul fuoco il bollitore per il tè,
mi lavo i capelli, e poi, che farò poi,
proverò a svegliarmi da tutto questo.
Hai fatto bene a venire, là dentro faceva freddo,
e lui solo con quella specie di sacco a pelo di gomma,
lui, cioè quel povero disgraziato là.
Ora metto sul fuoco il giovedì, lavo il tè,
perché questi nostri nomi sono in fondo comuni.
*** Wislawa SZYMBORSKA, 1923–2012, poetessa e saggista polacca, premio Nobel per la Letteratura nel 1996, Identificazione, da La gioia di scrivere. Tutte le poesie (1945-2009), a cura di Pietro Marchesani, Adelphi, Milano 2009.
Anche in ‘sagarana’, n. 52, luglio 2013, qui e in 'losgaurdopoIetico', n. 516, 1 dicembre 2014.
https://it.wikipedia.org/wiki/Wis%C5%82awa_Szymborska
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