Se Bene e Male sono considerati come la metà di un intero, si produce inevitabilmente una relativizzazione del problema etico, che obbliga l’individuo a non dare niente per scontato, a disidentificarsi rispetto al Bene e a porsi nella condizione di dover riconoscere a Bene e Male uguale dignità. Solo a queste condizioni la decisione etica potrà essere un atto creativo. E se si deciderà - come talvolta sembra inevitabile - di far pendere la bilancia da una delle due parti, si dovrà quantomeno essere disposti a pagarne consapevolmente il prezzo. L’innocenza, come l’incoscienza, non è una virtù.
*** Carl Gustav JUNG, 1875-1961, medico e psichiatra svizzero, Analisi dei sogni, seminario tenuto nel 1928-30, prefazione, Bollati Boringhieri, Torino, 2003, citato da Lella Ravasi, Sogni in carcere. Le ragazze dei sogni, ‘Rivista di psicologia analitica’, numero unico su ‘L’analista plurimo’, n. 16, 68/2003.
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