Analisi psicologica del Don Giovanni
Roberto RUGA
psicologo e psicoterapeuta
you tube, Roberto Ruga, 23 agosto 2013
video 23min28
Dalla presentazione (qui)
«Perché parliamo del mito del Don Giovanni? Cosa può dirci ancora oggi l'opera di Mozart? Che verità ci mostra?
Nel cercare di capirlo, parleremo di narcisismo, di manie di grandezza, deliri di onnipotenza, parleremo di mascheramento dell'identità.
Ciò che può dirci questo mito è che noi ci illudiamo di essere liberi, quando invece siamo schiavi del piacere, del potere, o siamo schiavi della ragione e soprattutto siamo schiavi dei nostri complessi, finché non li contattiamo per capirne l'origine.
Gli elementi chiave della personalità del Don Giovanni sono: l'avventurosità, il gusto per ciò che è esagerato, l'amore per il rocambolesco, la passione per il sensazionalismo dei travestimenti, il brivido dell'imprevisto.
Questo tipo diseduzione si caratterizza come gusto della beffa, è intrisa di esibizionistica teatralità eappare come un gioco scaltro.
La vena popolare ha sempre ritratto il Don Giovanni come un eroe trasgressivo e impenitente, un personaggio privo di scrupoli, astuto, che sfida la morte invitandola a cena e che si ribella alle leggi della morale.
Gli artisti hanno molto amato la vitalità del suo desiderio e l'esuberanza dei suoi comportamenti, hanno amato il suo eroismo solare, la tracotanza ed il coraggio, la smania di protagonismo, il gusto della beffa, che però non portano a nessun senso di colpa. Il senso di colpa del nostro Don Giovanni appare del tutto scisso, cioè assente.
La psicologia analitica junghiana considera il dongiovannismo come uno dei possibili effetti del complesso materno, vale a dire, il figlio cerca inconsciamente la madre in ogni donna e non riesce a trovarla, poiché nessuna risulta alla sua altezza.
Una rappresentazione simbolica estremamente calzante alla psicologia del nostro personaggio è la figura del camaleonte, che riesce a difendersi nascondendo la sua reale identità. Don Giovanni possiede questa facoltà camaleontica che si manifesta soprattutto nell'arte inconscia di incarnare le proiezioni maschili della donna che deve sedurre, in sostanza è la facoltà di vestire i panni del gentiluomo ideale e dell'innamorato fedele, che la donna ingenua attende e sospira.
Come ci si risveglia da tutto cio? Mettendosi in contatto con l'inconscio. L'inconscio è il fattore creativo e trasformativo per eccellenza.»
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