non scordare che vissero anche loro
pieni di sogni e di speranze
proprio come i vivi ora
Dalla stessa strada che percorri essi passarono
e andando non pensavano alla tomba
Erano pochi come oggi a meditarla
I più credevano loro scopo la vita
nè mai riuscirono a pensare
che solo il passato è esistenza
Dissiparono il tempo in cui comparvero
vili e incapaci di trovare Dio
e credettero in idoli già eretti
da quanti erano vissuti prima
Quanti avevano creduto di trovare Dio
vestito in forme umane
perchè abbagliati dalla luce
dei pochi che volevano
trovare il balsamo della conoscenza
Quei pochi essi li credettero dei
ma non seppero avvertire
il dono che lasciavano alla vita
E quei pochi passarono e gli altri
sotto mentite spoglie li ricordano
Esistono quei pochi
e gli altri non lo sanno
I Pochi vengono ma
Non li aspetta nessuno
Come diventa sempre
più difficile l'avanzare
E se tu vuoi trovarti tra quei Pochi
sappi
che diventerai compagno della solitudine
Che da solo parlerai piangerai e ti arrabbierai
Più tardi
piangerai e ti arrabbierai soltanto
Più tardi ancora
penserai solamente e piangerai
Quando sarai laggiù
sappi che dopo
troverai la verità o la pazzia
Forse sono due cose uguali
ma tu spera
*** Alexandros PANAGULIS, 1939-1976, politico, rivoluzionario, poeta greco, Delirio, 1971, in 'alekospanagulis.altervista.org', qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Alexandros_PanagulisIn Mixtura altri contributi di Alexandros Panagulis qui
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