Razzisti che si ergono a difensori del libero pensiero, ignorando di cullarsi in una cultura che lo reprime per natura, e che quando sono quelli a non pensarla come loro a reclamarlo tifano sempre, sempre per il libero zittire.
Razzisti che giocano a fare gli anticonformisti, quelli che si distinguono dalla massa, quando non c'è niente di più conformista di ubbidire ai propri pregiudizi, o al passato - che è buono per definizione, perché incarna la "tradizione".
Razzisti che giocano a fare gli immoralisti, quelli che combattono il moralismo e il "buonismo" di chi li chiama razzisti mentre loro invece dicono soltanto "le cose come stanno", senza il"politically correct" - anche se le "cose" non "stanno" mai come dicono loro, perché non sono mai così semplici o così stupide.
Razzisti che si arrogano il diritto di "parlare per tutto il popolo italiano". E invece in nome mio non parlate, esseri spregevoli - e sono italiano, purtroppo o per fortuna, proprio come voi.
*** Fabio CHIUSI, giornalista e saggista, facebook, 31 agosto 2017, qui
(dalla rete, autore non identificato, qui)
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