Nessuno può vivere nella certezza dell’esistenza di Dio. Per le Scritture Egli si nasconde perché la vita resti nelle nostre mani.
Il cardine fondamentale del libero arbitrio sta proprio nel dubbio.
Un sacerdote che non ne fosse fornito sarebbe un pessimo pastore, perché non avrebbe la Fede. Per fortuna non è in grado di dire a nessuno: «Io Dio lo incontro ogni giorno personalmente, ma con te, chissà perché, non vuole parlare!». In proposito Nietzsche ha detto che non è il dubbio a renderci folli, ma la certezza. Il dubbio, infatti, ha la virtù di lasciare spazio alle scelte.
Ci fa sbagliare e ci rende tutti diversi, umani. La certezza dell’esistenza di Dio trasformerebbe gli esseri umani in un immenso esercito di soldatini di piombo, schierati in preghiera fino al giorno della morte. Quando ci chiediamo cosa ci consiglierebbe il Creatore in un momento complicato della vita, non abbiamo una sola risposta precisa e inequivocabile. Sappiamo che la sua Legge non si può prendere alla lettera ma va interpretata, perché la nostra mente è incomparabile alla sua. Eccoci quindi soli a decidere sotto lo sguardo di un Dio muto. Cerchiamo di agire al meglio facendoci largo nelle nostre debolezze e nel chiuso delle nostre esperienze, sapendo che saremo perdonati. Ciascuno per sé e Dio per tutti, dice la saggezza popolare.
Dio esiste nel momento in cui lo pensiamo. Egli ci conosce fin dove noi stessi non ci conosciamo, e tutto ciò che si fa con purezza di spirito è gradito al Signore.
Questo discorso vale per i credenti, naturalmente. Per chi non crede è tutto più facile: deve rispondere solo alla sua coscienza e alla legge degli uomini.
*** Vincenzo CERAMI, 1940-2013, scrittore, drammaturgo, sceneggiatore, poeta, Dubbio, ‘l’Unità’, 15 febbraio 2009.
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