La nostra società riserva i suoi massimi elogi alla giovinezza, al vigore e all'autocontrollo, riconoscendogli una dignità, mentre la loro assenza è ritenuta indecorosa. I segni fisici della malattia o dell'età avanzata sono considerati degradanti per l'individuo, e il deteriorarsi del corpo, anziché essere visto come un processo umano inevitabile, diventa fonte d'imbarazzo.
*** Ira BYOCK, medico statunitense, esperto di fine-vita e saggista, DyingWell: The Prospect for Growth at the End of Life (in italiano "Morire bene. Prospettive di crescita alla fine della vita"), citato da Arianna Huffington, Istruzioni per liberarsi dall'ultimo tabù, 'D', 27 agosto 2015 (traduzione di Matteo Colombo)
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