Il passaggio dalla rappresentazione per immagini alla simbologia dell’alfabeto ci ha resi capaci di astrazioni sempre più complesse. E l’invenzione di Gutenberg, dei caratteri mobili, ha messo alla portata di tutti questo esercizio, che fa compiere al nostro cervello il compito più raffinato che gli possiamo chiedere: trasformare velocemente centinaia di segni astratti in parole, e le parole in frasi, e le frasi in un testo complesso. Un esercizio formidabile. Se non lo facciamo, se non acquistiamo la competenza del lettore abituale, il cervello funziona lo stesso, ma la nostra capacità di astrazione, di pensiero, di elaborazione, di selezione e memorizzazione non si esercita. Perdiamo qualcosa. (...)
Forse esagero, ma penso che senza lettura sia difficile comprendere quanto ci arricchisce il rapporto con chi è diverso da noi; che senza lettura non si abbia lo stimolo a pensare su come potrebbe essere migliorato il mondo in cui viviamo; che senza lettura è improbabile che si riesca a pensare al futuro come qualcosa il cui andamento dipende da noi. Non ne ho la certezza ma, in definitiva, spero almeno che quante più persone leggono e capiscono Kafka, tanto più difficile sarà che siano insensibili ai problemi degli altri. E al destino dell’uomo.
*** Piero DORFLES, 1946, giornalista e critico letterario, I 100 libri. Che rendono più ricca la nostra vita, Garzanti, 2014
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