Per alcuni, la risposta è ovvia: i debiti vanno sempre pagati, non c'è alternativa alla penitenza, soprattutto quando è incisa nel marmo dei trattati europei. Eppure, un rapido colpo d'occhio alla storia del debito pubblico, soggetto appassionante quanto ingiustamente trascurato, mostra che le cose sono molto più complesse di così.
Prima buona notizia: in passato ci sono stati casi di debiti pubblici ancora più importanti di quelli che osserviamo ora, e si è sempre riusciti a trovare una soluzione, facendo ricorso a una grande varietà di metodi, che possiamo suddividere così: da una parte il metodo lento, che punta ad accumulare pazientemente surplus di bilancio per rimborsare poco a poco prima gli interessi e poi il capitale del debito in questione; dall'altra parte una serie di metodi che puntano ad accelerare il processo: inflazione, imposte eccezionali, puri e semplici annullamenti del debito.
Un caso particolarmente interessante è quello della Germania e della Francia...
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Con il loro miope egoismo, la Germania e la Francia maltrattano il Sud dell'Europa, e al tempo stesso si maltrattano da sole. Con un debito pubblico che si avvicina al 100 per cento del Pil, un'inflazione nulla e una crescita fiacca, questi due Paesi impiegheranno anch'essi decenni prima di ritrovare la capacità di agire e investire nel futuro. (...)
*** Thomas PIKETTY, 1971, economista francese, I debiti non vanno sempre pagati, 'la Repubblica', 9 maggio 2015
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