Degli amici mi hanno raccontato qualche mese fa che loro figlio Paolo di sei anni, osservandoli fare spesso le pulizie di casa insieme e molto incuriosito da questa attività, giocava a sua volta a fare le pulizie, sottraendo di continuo e divertito il mocio ai genitori. Un giorno questi amici hanno trovato al mercato un mocio giocattolo di colore rosa e hanno deciso di regalarlo al piccolo Paolo, il quale ha apprezzato moltissimo il dono. Non altrettanto apprezzato è stato invece da parte dei familiari e di amici e amiche che visto il mocio – non solo oggetto per pulire consegnato a un maschio, ma di un oltraggioso colore rosa – hanno iniziato a ironizzare dicendo alla mamma: «Dillo che volevi una bambina!» e al bambino: «Paoletta, la mamma ti fa fare le pulizie? La cuginetta ha dimenticato il suo giocattolo? Questa roba non può essere tua!».
Altro episodio interessante che mi è stato raccontato da un’altra amica è il seguente. Pomeriggio a casa, lei aspetta una sua amica per farsi fare la manicure. Arrivati al momento dello smalto, suo figlio Andrea di quattro anni non resiste e le chiede se può metterlo anche lui. Lei acconsente divertita e così via di smalto trasparente. Il giorno dopo, all’uscita dell’asilo la maestra la ferma dicendole preoccupata: «Scusi signora le consiglio di non far mettere lo smalto a suo figlio, perché gli altri bambini lo prendono in giro…». La mia amica ha risposto alla docente in modo splendidamente spiazzante: «Forse perché volevano provarlo anche loro?», ma non mi ha nascosto quanto a volte sia faticoso educare il proprio figlio in un clima culturale che definisce in modo così rigido il comportamento corretto per i bambini.
*** Maria Giuseppina PACILLI, docente di psicologia sociale all'università di Perugia, Uomini duri. Il lato oscuro della mascolinità, Il Mulino, 2020
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