Voglio che le mie poesie abbiano osso
e struttura di pietre palpitanti;
vederle sempre in piedi (torri erranti
della vita e l’uomo), grazie al loro peso.
Capaci di essere proiettile e bacio,
canto di pace o pugni sonori;
azzurre come il raggio o verdeggianti
come l’olivo maturo… Che il loro spesso
suono metallico, alveare o bosco ferito,
mi esca dal sangue, teso a bagnare
un altro labbro deserto e perseguitato.
*** Marcos ANA, 1920-2016, pseudonimo di Fernando Macarro Castillo, poeta spagnolo, Voglio che le mie poesie abbiano osso, da 'Poesia', 227, maggio 2008, traduzione di Chiara De Luca, in 'il canto delle sirene', 20 gennaio 2020, qui
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