Sono giornate molto difficili, per tante ragioni.
Quando le giornate sono molto difficili, mi metto a cucinare.
Quando cucino, mi sembra di avere controllo su tutto il mio piccolo mondo, perché alla fine cucinare non è che una maniera per far perdere alle cose la loro forma originaria, dandogliene una nuova. E quella nuova dipende solo da te e dalla tua immaginazione. A volte, sarebbe bello poter fare lo stesso con le nostre vite. Considerare i rapporti con gli altri solo come combinazioni di sapori, scoprire con sorpresa che il dolce può star bene sul salato anche se non lo avresti detto mai, che il piccante va dosato sennò sovrasta il resto, che le spezie hanno sempre bisogno di prendere calore, che l'amaro, come nella vita, non è un gusto da evitare, di cui aver paura, ma è invece indispensabile perché serve a valorizzare tutti gli altri.
Cucinare insegna soprattutto a capire che devi lavorare con quel che c'è. E che quel che c'è è sempre abbastanza. Se non lo è, spetta a chi cucina farcelo diventare, anche quando ti sembra di non avere quasi niente.
Una volta un amico cuoco mi disse che devi sempre cucinare pensando a qualcuno: alla tua donna, al tuo uomo, ai tuoi amici, ai tuoi figli o alle tue figlie. Se non lo fai, stai solo preparando da mangiare.
Io ho smesso di preparare da mangiare molti anni fa.
*** Matteo BUSSOLA, facebook, 11 novembre 2020, qui
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