A meno che.
A meno che, finalmente e una volta per tutte, prenda coscienza della sua ‘ombra’, se ne distanzi anche pubblicamente e operi fattivamente per costruirsi un’altra anima, finalmente rispettosa dell’altro: portatore di diritti civili insopprimibili solo perché essere umano che esiste e vive, indipendentemente dal colore della pelle.
A meno che, finalmente e una volta per tutte, prenda coscienza della sua ‘ombra’, se ne distanzi anche pubblicamente e operi fattivamente per costruirsi un’altra anima, finalmente rispettosa dell’altro: portatore di diritti civili insopprimibili solo perché essere umano che esiste e vive, indipendentemente dal colore della pelle.
Non pare sia avvenuto. Né che possa avvenire.
Almeno finché l’inchino a George Floyd, l’ennesimo nero assassinato dalla polizia, viene ridicolizzato e stigmatizzato come un atto spregiativo di debolezza o di ribellione.
E questo, per giunta, accade addirittura ad opera del Presidente, quindi della massima istituzione del Paese: il quale, anziché dividere, o perfino strizzare l'occhio al suprematismo viriloide dell'America più profonda, dovrebbe creare e dare esempi urgenti, simbolici e pratici, che ispirino una trasformazione culturale di 180 gradi.
Di tutti. Ma soprattutto del popolo bianco.
Perché il razzismo non è dei neri: i neri sono le vittime.
Dovrebbe essere pleonastico ricordarlo.
Eppure.
Leggiamo queste righe tratte da un video del 5 giugno di Maurizio Molinari, nuovo direttore di 'la Repubblica'.
Viene facile commentare: Eh sì, queste vittime che fanno le vittime sono un problema ... Non sono i bianchi che uccidono schiacciando il collo per terra ai neri: sono loro, i neri, che sono ‘incapaci di risollevarsi’.
Domanda: è il nuovo corso di quello che un tempo fu ‘la Repubblica’?
E questo, per giunta, accade addirittura ad opera del Presidente, quindi della massima istituzione del Paese: il quale, anziché dividere, o perfino strizzare l'occhio al suprematismo viriloide dell'America più profonda, dovrebbe creare e dare esempi urgenti, simbolici e pratici, che ispirino una trasformazione culturale di 180 gradi.
Di tutti. Ma soprattutto del popolo bianco.
Perché il razzismo non è dei neri: i neri sono le vittime.
Dovrebbe essere pleonastico ricordarlo.
Eppure.
Leggiamo queste righe tratte da un video del 5 giugno di Maurizio Molinari, nuovo direttore di 'la Repubblica'.
twitter, 5 giugno 2020, qui
Domanda: è il nuovo corso di quello che un tempo fu ‘la Repubblica’?
*** Massimo Ferrario, Usa, colpa delle vittime, per Mixtura
In Mixtura artk #Spilli di M. Ferrario qui
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