alto, solitario, slanciato – la sua altezza forse
tradiva un’idea segreta d’intrusione. Non diede mai
fiori né frutti, solo un’ombra lunga che divideva in due il giardino
e una misura inapplicabile agli altri alberi, carichi e curvi.
Ogni sera, quando il tramonto glorioso si spegneva,
uno strano uccello arancione si appollaiava silenzioso tra le sue fronde
come il suo unico frutto – una piccola campana d’oro
su un altissimo campanile verde. Quando tagliarono l’albero,
l’uccello vi volteggiava sopra con piccoli gridi feroci
disegnando cerchi nell’aria, disegnando nel tramonto
la forma inesauribile dell’albero; e quella piccola campana
sonava invisibile lassú, piú alta dell’altezza dell’albero.
*** Ghiannis RITSOS, 1909-1990, poeta greco, Un albero, da Il funambolo e la luna, Crocetti Editore, 2005, segnalato in 'poesia in rete', 31 maggio 2020, qui
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