che nell’incendio del mattino estivo
dagli abissi del cielo versa il rivo
fresco e giulivo del suo canto,
mentre la terra par che dorma, e intanto
tutto matura, ed io riposo accanto
alla schiera che miete
grave le spighe d’oro vivo
e le vespe irrequiete
ingannano la sete
con il sangue degli ultimi papaveri.
*** Oreste FERRARI, 1890-1962, poeta e traduttore, Canicola, da Poesie, Tallone, 1956, in 'il canto delle sirene', 20 giugno 2020, qui
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