La qualità più interessante di quelli che sostengono che oggi ci si indigni per qualsiasi cosa è che non li trovi mai intenti a occuparsi di questioni di ingiustizia, abuso. Del male.
Tutto si riduce a un gioco dialettico, vengono pagati (se di mestiere producono contenuti editoriali) per andare controcorrente. Ma attenzione: non contro la corrente del mondo – che è piena di esseri umani marginalizzati, stritolati, annichiliti. Vengono pagati per andare contro la corrente di una parte del sistema mediatico. Contro il ‘politicamente corretto’ che hanno soprattutto nelle loro teste, di cui hanno bisogno per farsi notare, dato che basta aprire la porta e scendere in strada per accorgersi di come vanno ancora le cose. Della violenza – di genere, razziale, abilista, xenofoba, di classe – ancora onnipervasiva, sistemica. Assolutamente intonsa, normale.
Questi piccoli cuori affamati non difendono altro che se stessi. Il loro rapporto figura-sfondo.
L’unico ethos che perseguono è il posizionamento. Sbraitano per la paura di scomparire.
*** Jonathan BAZZI, scrittore, facebook, 27 giugno 2020, qui
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