Il cambiamento climatico sconvolge gli ecosistemi naturali su scala planetaria. E il pianeta, la Terra, è la nostra comune/condivisa dimora. Da essa derivano le nostre condizioni di vita e dipende la qualità della vita umana. La minaccia è costituita principalmente dall'aumento dell'anidride carbonica nell'atmosfera (la sua concentrazione ha oltrepassato la soglia di 400 parti per milione - ppm, e rischia di diventare una situazione irreversibile) ma si articola in sfide assai differenti:
• la desertificazione (causata, tra l'altro, dalla produzione di carne bovina, soia, olio di palma e legname);
• la riduzione della biodiversità di piante e animali (negli ultimi 120 anni si è registrata una perdita di biodiversità che supera il 60%);
• l'intensificarsi di eventi meteorologici estremi;
• l'erosione delle coste e l'innalzamento dei livelli dei mari a causa dello scioglimento dei ghiacci;
• i sintomi del collasso della corrente del Golfo con conseguenze imprevedibili;
• l'inquinamento degli oceani con plastica ed altri materiali (è nota l’isola di plastica nell'oceano Pacifico grande tre volte la Francia);
• la progressiva acidificazione degli oceani;
• gli incendi su terreni particolarmente desertificati (quelli drammatici della California);
• le siccità che abbassano continuamente il livello delle acque;
• l'alternarsi di ondate di calore e siccità, di 'bombe' d'acqua e le precipitazioni tropicali, gli smottamenti e le frane.
Basta vedere i dati dell'ultimo Rapporto Global Environment Outlook appena pubblicato dalle Nazioni Unite (marzo 2019).
Negli ultimi 450 milioni di anni la Terra ha conosciuto cinque ondate di estinzioni. I fenomeni descritti potrebbero preannunciare la sesta estinzione nella storia della Terra, come ha sottolineato nel suo omonimo libro Elisabeth Kolbert (*), dopo quella che ha visto la scomparsa dei dinosauri, avvenuta 65 milioni di anni fa: sarebbe la prima provocata dalle attività di una singola specie, quella umana. Gli esseri umani sarebbero all'origine di una estinzione di massa dopo 3,8 miliardi di vita di questo Pianeta!
Dopo una estinzione ci vogliono dai 3 ai 5 milioni di anni per recuperare la perdita di biodiversità. Ma l'aspetto più preoccupante è che l'odierno riscaldamento globale ha luogo con una velocità almeno 10 volte maggiore rispetto al passato proprio per le dimensioni dell'intervento umano.
Una cosa è sicura: l'uomo non ha, almeno per ora, altri 'luoghi' nel cosmo. Non ha pianeti di riserva! Il suo destino, per ora, è vincolato alle condizioni di vita esistenti sul pianeta Terra, anche se continua ad esplorare l'universo con tecnologie sempre più sofisticate e fantastica di costruire città su altri pianeti. Mentre esaminiamo i dati del telescopio spaziale Kepler della Nasa per scoprire Pianeti simili al nostro ('cugini' della Terra con un'asse inclinato per avere le stagioni ed una distanza dalla loro 'stella' sufficiente a garantire acqua liquida sulla superficie).
Ma quanto tempo occorrerà per scoprire e costruire una 'colonia' abitabile che renda possibile la sistemazione permanente ed auto-sufficiente dell'uomo all'esterno alla Terra?
E nel frattempo? Sembra verosimile che per lunghi tempi ancora, il nostro pianeta rimarrà uno solo: la Terra! Sulla base delle attuali conoscenze, la Terra è il solo pianeta in cui la vita umana è possibile. E allora l'azione dell'uomo contro il riscaldamento globale diviene imprescindibile ed acquista un significato culturale ed etico: salvare il Pianeta significa salvare l'uomo e garantire la continuità della sua civiltà e della vita!
Ancora recentemente Jared Diamond (**) avvertiva: «Abbiamo una sola Terra e non possiamo permetterci di sperimentare soluzioni diverse. Il tempo è poco, i disastri prodotti dall'uomo tanti». D'altronde, proprio perché abbiamo un solo Pianeta sul quale lavorare, il tempo per le soluzioni si sta drammaticamente riducendo! Se non prendiamo oggi contromisure adeguate, la Terra rischia di diventare un luogo piuttosto scomodo per le generazioni future, pieno di macerie, deserti e rifiuti.
E allora cosa dobbiamo fare? Non ci rimane che impegnarci tutti insieme per riparare, curare e ripristinare le condizioni di piena vivibilità e salute della Terra! Questo è anche l'appello di papa Francesco che, nella sua Lettera Enciclica Laudato si’, così si è espresso: «La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare» (§ 13, c.vo nostro). E più avanti: «Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti. ...Abbiamo bisogno di nuova solidarietà universale» (§14).
Un solo Pianeta, una sola umanità: è necessaria un'azione organica e concertata di ecologia integrale che richiede coraggio e responsabilità da parte di tutti!
*** Romano TRABUCCHI, già dirigente di impresa e docente alla Sda-Bocconi, consulente e saggista, estratto da Un solo pianeta una sola umanità. La sfida del cambiamento climatico e il sovranismo nazionalistico, pp. 19-21, pubblicazione indipendente, aprile 2019, in vendita da Amazon, qui.
(*) Elisabeth Kolber, 1961, saggista statunitense, La sesta estinzione. Una storia naturale, Neri Pozza, 2014.
(**) Jared Diamond, 1937, biologo, antropologo e geografo statunitense, intervistato da Luca Fraioli, Trent'anni per salvare il pianeta, 'la Repubblica', 16 aprile 2017, qui
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