che ti avvolgi intorno a me come fumo, come una vite
intorno al mio petto, alle mie tempie,
sempre tenera, sempre ondeggiante?
Perché mai ti amerò, donna delicata
come un filo d’erba che taglia in due
la luna estiva, gettandola in acqua,
divisa da se stessa
come due innamorati dopo un abbraccio?…
Perché mai ti amerò, occhio malinconico,
sole castano che sorgi dalla mia spalla,
trascinando dietro di te un cielo di profumi
con nubi sottili, senza ombra?
Perché mai ti amerò, ora indimenticabile,
che invece dei suoni
metti in fuga intorno al mio cuore
una mandria di puledri dalle criniere ribelli?
Perché mai ti amerò tanto, amore,
vortice di stagioni che colorano un cielo
(sempre diverso, sempre vicino)
come una foglia cadente. Come un respiro appannato dal gelo.
*** Nichita STĂNESCU, 1933-1983, saggista e e poeta rumeno, Canto senza risposta, traduzione di Fulvio del Fabbro e Alessia Tondini, da Una visione dei sentimenti, 1964, in Nichita Stanescu, La guerra delle parole, Le Lettere, Firenze, 1999, segnalato in 'bibliotecafondazionebo', 6 novembre 2015, qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Nichita_St%C4%83nescu
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