La nostra stupidità appare da questo fatto: crediamo di spendere solo per quegli oggetti che paghiamo col denaro, mentre consideriamo gratuiti quelli che paghiamo a spese della nostra stessa persona. Non vorremmo comprarli se, per acquistarli, dovessimo dare in cambio la nostra casa, o un ameno e fertile terreno; ma siamo prontissimi a ottenerli a prezzo di ansietà e pericoli, e perdendo tempo, libertà e dignità: niente noi teniamo così a vile come noi stessi. Nel decidere ogni nostra azione comportiamoci come quando andiamo da un commerciante. Se desideriamo un oggetto, chiediamone il prezzo. Spesso una cosa per cui non abbiamo pagato niente, in realtà ci è costata carissima.
*** Lucio Anneo SENECA, 4 a.C-65, filosofo, drammaturgo, politico romano, Lettere a Lucilo, Lettera 42, La disonestà rimane talvolta nascosta, Libro V, in Seneca, Opere morali, Bur, edizione digitale 2013
Aureo di 7,64 grammi (pre riforma) coniato a Lugdunum o a Roma nel 55.
Al diritto busti accollati di Nerone e della madre Agrippina
(con la legenda: NERO CLAUD DIVI F CAES AUG GERM IMP TR P COS).
Al rovescio quadriga trainata da elefanti, sulla quale vi sono le statue di Augusto e Claudio
(con la legenda: AGRIPP AUG DIVI CLAUD NERONIS CAES MATER)
In Mixtura i contributi di Seneca qui
In Mixtura ark #Mosquito qui
Nessun commento:
Posta un commento