Mai come oggi si è responsabili della propria ignoranza: tutti hanno finalmente la possibilità di scendere in profondità, di non farsi bastare il premasticato, la chiacchiera, l'offesa, e di godere di questa fatica. Fino a pochissimi anni fa, e per millenni, è stato un privilegio di un manipolo di individui.
Oggi si è ignoranti a causa propria. Non c'è periferia violenta che tenga, non c'è famiglia disastrata, non c'è scuola incapace che possa giustificare la propria pigrizia esistenziale.
Intendiamoci, non è ignorante chi non ha cultura generale: è ignorante chi vive una vita culturalmente ed emozionalmente mediocre, chi è analfabeta funzionale ed emotivo, chi non è curioso e non ha voglia di allungare il braccio per raccogliere ogni giorno la mela della conoscenza. E così facendo sceglie di rendere questo mondo incredibile un posto peggiore.
Non lasciate urlare gli ignoranti, non si stancheranno mai.
Non mettetevi da parte, in attesa che capiscano: non capiranno mai. Chi ama la conoscenza ha oggi il dovere di far sentire la propria voce, di non lasciare che passi l'incendio dell'ignoranza. Di essere forte, di sgolarsi, di sfiancarsi a difendere all'infinito la meraviglia che custodiamo.
*** Andrea COLAMEDICI, filosofo, editore Tlon, facebook, 18 agosto 2018, qui
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