"Censiremo i rom. Ma purtroppo dovremo tenerci gli italiani".
(Matteo SALVINI, vicepremier e ministro dell'Interno, 'la Repubblica', 19 giugno 2018, qui)
Noi invece potremmo non tenercelo un italiano come lui.
Ma purtroppo, ogni giorno che passa, siamo sempre più come lui.
Prima la 'pacchia' e la 'crociera' Aquarius dei migranti in odissea per il Mediterraneo.
Ora la schedatura dei rom. E la divisione tra i rom non-italiani e i rom-italiani (che purtroppo non si possono buttare fuori dall'Italia).
Naturalmente, tutto questo, come sempre ripete a macchinetta, il ministro lo fa per il nostro bene e da buon papà preoccupato dell'educazione dei figli: per verificare se i bambini rom vanno a scuola.
Applausi trasversali: mani che si spellano.
E sondaggi alle stelle: anzi, 'sulle' stelle. Essendo ormai la Lega diventata virtualmente primo partito (a) e avendo superato gli ormai imbelli e complici 5S: che una volta si vantavano di essere argine alla destra xenofoba e fascista.
Per il 'capitano' (appellativo più amichevole e più politicamente corretto dell'impegnativo e datato 'duce') è solo questione di tempo: il passaggio da vicepremier a premier sarà alle prossime elezioni. E deciderà lui quando sarà comodo che avvengano.
Poi. Allora. Finalmente...
Ha detto Karl Marx: «La storia si ripete sempre due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa». (b)
E' un'affermazione che presuppone che nella storia si (ri)conoscano le tragedie.
Invece tra noi crescono quelli che sostengono convinti che in fondo il fascismo ha fatto cose buone: non è stato così cattivo.
Il fascismo è stato una tragedia?
Credeva, e combatteva, per dio-patria-famiglia: era cattolico, sovranista, familista.
Una sola famiglia, a parte le altre, nascoste e con le amanti. E comunque un uomo e una donna: niente arcobaleni che sconvolgono natura e tradizioni.
Il fascismo è stato razzista?
Non cediamo all'antipatriottismo.
Se è stato razzista, lo è stato come sanno essere gli italiani: sempre 'brava gente'.
Come quando abbiamo gasato gli africani. A casa loro.
Quindi nell'altro secolo non è successo nulla.
Quindi per la tragedia c'è tempo: ci può essere ancora la prima volta.
*** Massimo FERRARIO, Per la tragedia c'è tempo, per Mixtura.
(a) Sondaggio Swg, 18 giugno 2018, 'L'Espresso, qui) - (b) Karl Marx, Il 18 Brumaio di Luigi Bonaparte, 1852
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