lunedì 7 agosto 2017

#EX LIBRIS / Tao, ha un senso? (W. Somerset Maugham)

«L’altro giorno ha parlato del Tao» disse Kitty dopo una pausa. «Mi racconti cos’è». 
Waddington le dette un’occhiata, esitò un attimo, e poi con un sorriso lieve sulla sua comica faccia rispose: 
«È la Via e il Viandante. È la strada eterna lungo la quale camminano tutti gli esseri, ma nessun essere l’ha fatta, perché è essere essa stessa. È tutto e nulla. Da esso scaturiscono tutte le cose, tutte le cose vi si conformano, e ad esso infine tutte le cose ritornano. È un quadrato senza angoli, un suono che le orecchie non possono udire, un’immagine senza forma. È una immensa rete, e sebbene le sue maglie siano larghe come il mare non si lascia sfuggire nulla. È il santuario dove tutte le cose trovano rifugio. Non è in alcun luogo, ma senza guardare fuori dalla finestra lo puoi vedere. Desidera di non desiderare, è il suo insegnamento, e lascia che tutte le cose seguano il loro corso. Chi si umilia sarà preservato integro. Chi si piega sarà reso diritto. Il fallimento è la radice del successo e il successo il nascondiglio del fallimento; ma chi può dire quando verrà la svolta? Chi coltiva la tenerezza può farsi eguale a un bimbo. La dolcezza reca vittoria a chi attacca e salvezza a chi difende. Possente è colui che vince sé stesso». 
«Ha un senso?». 
«A volte, quando ho bevuto una mezza dozzina di whisky e guardo le stelle, penso che forse sì».

*** W. Somerset MAUGHAM, 1874-1965, scrittore e commediografo britannico, Il velo dipinto,  1925, Adelphi, 2013


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