sabato 1 luglio 2017

#RACCONTId'AUTORE / La disputa tra domenicani e francescani (Paolo Iacci)

Un convento di frati domenicani ed un convento di frati francescani erano da anni in lite per il possesso di una bellissima chiesetta medioevale che sorgeva sulla linea di confine tra i due conventi.
Essendo ormai prossimi al Natale e per porre fine all'annosa questione, i due padri priori decisero che la chiesetta sarebbe stata definitivamente destinata al convento che avesse vinto una disputa teologica appositamente organizzata.
Trattandosi di domenicani colti e francescani semplici, si decise che la disputa sarebbe avvenuta a gesti per mettere i due contendenti su un piano di parità.

Iniziò il frate domenicano che alzò un dito. Per tutta risposta il frate francescano alzò due dita. Con calma rispose il domenicano alzando tre dita. A quel punto il francescano riunì tutte le dita a mo' di pigna ed agitò la mano sù e giù.
Cavallerescamente il dotto frate domenicano si dichiarò sconfitto e la chiesetta fu affidata ai francescani.
La sera, durante la cena, nel refettorio dei domenicani e in quello dei francescani aleggiava un'unica curiosità: il significato della disputa.

Il domenicano, sollecitato bonariamente dal padre priore, dichiarò:" Alzando un dito intendevo dichiarare l'unicità di Dio. Rispondendomi con due dita alzate il frate francescano mi ha ricordato che tale unicità si è comunque manifestata in duplice natura, umana e divina, come il Natale ci ricorda. Al che io ho risposto richiamando la trinità e ho quindi mostrato le tre dita. Ma il francescano mi ha battuto riunendo tutte le dita in cima alla mano e ricordandomi che si tratta comunque di un'unica essenza".
Il francescano, sollecitato a sua volta dalla curiosità dei suoi fratelli, disse: "Il domenicano ha cominciato per primo a minacciarmi puntandomi un dito per farmi capire che voleva accecarmi un occhio. Io non mi sono lasciato intimorire e gli ho risposto che glieli avrei accecati tutti e due. Allora lui mi ha risposto, nella foga di vincere, che me ne avrebbe accecati tre. A quel punto gli ho chiesto se era uscito di mente e lui, arrendendosi, lo ha ammesso!".

*** Paolo IACCI, consulente, vicepresidente Aidp, direttore di 'HrOnLine', L'arte di tacere, estratto, 'HrOnLine', n. 11 giugno 2017, qui


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2 commenti:

  1. Questo racconto è veramente interessante, di un umorismo graffiante e nello stesso tempo di un'ironia coinvolgente.

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  2. Vero, condivido.
    E grazie del commento...

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