Ecco a che punto è l’umanità: «Ho accesso al massimo dei vantaggi che l’Intelligenza artificiale offra e ritengo che la gente debba iniziare seriamente a preoccuparsi. Continuo a lanciare allarmi ma, finché non vedranno i robot scendere in strada e uccidere qualcuno, le persone non capiranno. È troppo etereo». Non lo ha detto il ghost writer di Isaac Asimov o lo sceneggiatore di Ridley Scott. Lo ha detto Elon Musk, amministratore delegato di Tesla, azienda che presto produrrà automobili senza conducente per il mercato di massa.
L’Intelligenza artificiale, ha detto Musk, è il più grande rischio per l’uomo. «La minaccia non ha mai toccato questi livelli. I robot sono in grado di fare tutto meglio di noi. E intendo tutti noi. Rischiamo la dominazione». È questione di tempo. Sono già pericolosi i robot di oggi ma immaginatene uno capace di disporre di tutto il sapere che l’uomo ha accumulato nei millenni, e di utilizzarlo all’istante. Un robot che possieda la chimica, la letteratura, l’ingegneria, l’informatica, la medicina, e viva dentro internet, ossia ovunque, e lo domini. Che non possieda coscienza, o peggio la possieda, la coscienza di sé.
La storia dell’uomo è la storia di nemici sconfitti, uno a uno, con fatiche millenarie, fino alla conquista del pianeta; ma il nemico più terribile pare se lo stia creando con le sue mani, con ambizione divina. La nuova Torre di Babele. E l’aspetto più straordinario è che di questo discuta in giro per il mondo qualche centinaio di persone, e gli altri sette miliardi tirano a sera.
*** Mattia FELTRI, giornalista, La Torre di Babele, 'La Stampa', 19 luglio 2017, qui
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