(voi li chiamate barconi ma invece sono piccoli)
Io partorisco sulla barca sto bene
io vengo dalla barca
se c’ho fame mi date il panino
le alici sott’olio
Per noi
Che siamo sulla barca
Con la maglia sudata la borsetta la bottiglia
Un panino è molto come
Una fotografia di casa mia in Tunisia (spersa)
io c’avevo forti dolori nella pancia
Era mio figlio
Poi morto sulla barca (sperso)
Voi mi date l’acqua
Perché quella del mare fa male
Nella bottiglietta va bene
servono più bottigliette magari
Voi mi volete mandare via
Tornare a casa mia
No a casa vostra siamo in troppi
non ci stiamo bene sulla terra
sulla barca
Non ci stiamo bene da nessuna parte
Dove c’è la guerra no
Dove c’è sanremo no
Aiuole scuole stadio milan Juventus no
Un bambino è nato sulla barca è vivo a palermo
Uno prende il latte di sua madre
Quasi finito mamma mia
Uno fa la piscia
Tra le gambe
Di un altro
I cazzi
Le fiche
I giubbotti le penne da scrivere
SOS
Perché è molto stretto sulla barca
Da dove veniamo
Tutti
Ossi sigarette ricci
A Bossi lo conosco in televisione
ci compra casa Berluscone
*** Alessandra CARNAROLI, 1979, poetessa, Yeabsera, in ‘alfabeta2’, 2 gennaio 2012, qui
Yeab Sera, cioè ‘lavoro di Dio’, è il nome di un bambino nato su un barcone salpato dalla Libia per Lampedusa (dai giornali, 26 marzo 2011).
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