Risultato del calderone di fango di questi giorni sul soccorso in mare: gente che mi scrive per insultarmi e invitarmi a "vergognarmi" perché "portate qui quelli muscolosi e ve ne fregate dei bambini che muoiono di fame in Africa".
Ora:
- non stiamo lavorando nel soccorso in mare (purtroppo, aggiungerei, avessimo soldi a sufficienza avremmo probabilmente preso anche una nave);
- da circa 23 anni Emergency aiuta la gente "a casa loro", compresi questi famosi bambini affamati (chi ci critica ne ha mai visto uno? Ne ha mai aiutato uno? Mah!) per un totale di 8 milioni di persone;
- da 10 anni Emergency lavora anche in Italia, con ambulatori fissi e mobili aperti a chiunque ne abbia bisogno (chi ci critica ne ha mai visto uno? Ne ha mai aperto uno?);
- se metà del tempo buttato per scrivere insulti e ingiurie fosse impiegato per fare qualcosa di positivo per l'Italia, probabilmente diventerebbe un Paese bellissimo in un paio di mesi, ma evidentemente è più facile e comodo sfogare la frustrazione dietro una tastiera che non darsi da fare.
Alla luce di tutto questo, semplicemente: io non mi vergogno. Nemmeno un po'. Chi ci insulta può dire lo stesso? E buona giornata a tutti.
*** Cecilia STRADA, presidente di Emergency, 'facebook', 30 aprile 2017, qui
In Mixtura altri contributi di Cecilia Strada qui
Nessun commento:
Posta un commento